265 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Bimbo ucciso di botte a Cardito (Napoli)

Cardito, il piccolo Giuseppe ancora senza sepoltura

Non è stata ancora fissata la data dei funerali del piccolo Giuseppe, il bimbo di 7 anni ucciso di botte dal patrigno a Cardito, nella provincia di Napoli. A decidere luogo e data, infatti, saranno i giudici: a Cardito l’amministrazione comunale coprirebbe tutte le spese, ma non c’è nessun parente del piccolo. Il padre ha chiesto che vengano celebrati a Pompei, ma non ha più la potestà genitoriale.
A cura di Valerio Papadia
265 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

NAPOLI – Non ha ancora ricevuto una degna sepoltura il piccolo Giuseppe, il bimbo di 7 anni ucciso a Cardito dal patrigno, Tony Essobti Badre. A decidere il luogo e la data dei funerali, infatti, saranno i giudici, vista la difficile situazione famigliare che si è profilata. Il Tribunale dei Minori di Napoli ha infatti chiesto e ottenuto la sospensione della potestà genitoriale nei confronti della madre – presente al pestaggio e la cui posizione è anche al vaglio degli inquirenti – e del padre naturale che, stando a quanto riferito, non avrebbe rapporti con i figli da tempo. L'uomo ha chiesto che le esequie vengano celebrate a Pomepi, dove abita, mentre la madre non ha ancora avanzato richieste in tal senso. Il Comune di Cardito, invece, si farebbe carico delle spese del funerale, ma nella cittadino non vive nessun parente diretto del piccolo Giuseppe.

Intanto continuano le indagini. Dopo la confessione di Essobti, gli inquirenti stanno cercando di fare luce sul lasso di tempo intercorso tra il pestaggio e l'arrivo dei soccorsi. Sarebbero passate diverse ore, stando alle parole di Raphael, il fratello dell'assassino, che durante la trasmissione televisiva Mattino Cinque ha dichiarato di essere stato lui ad allertare i sanitari del 118 intorno alle 13 di quella domenica, mentre la lite e il conseguente pestaggio sarebbe avvenuto intorno alle 9 del mattino: un buco di circa 4 ore, dunque, nel quale non si sa perché nessuno abbia chiamato i soccorsi.

265 CONDIVISIONI
111 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views