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Casa di San Moscati, lunedì lo sgombero del palazzo. Le famiglie: “Non ce ne andiamo”

A gennaio del 2018 il crollo di un solaio nella camera del Santo, in via Cisterna dell’Olio 10. I residenti: “Da allora il Comune ha fatto solo la messa in sicurezza, ma non la ristrutturazione. Se il palazzo è a rischio crollo, perché non si interdicono anche la strada e i palazzi circostanti?”. Lunedì è previsto lo sgombero coatto con la forza pubblica. Pronte manifestazioni di residenti e associazioni.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il crollo del soffitto della camera di S.Giuseppe Moscati nel 2018
Il crollo del soffitto della camera di S.Giuseppe Moscati nel 2018

“La casa di San Giuseppe Moscati è pericolante”. Il Comune di Napoli, proprietario del palazzo in via Cisterna dell'Olio, alle spalle del Cinema Modernissimo, ordina lo sgombero coatto per le 8 famiglie che occupano lo stabile. Lunedì è previsto l'intervento degli agenti della Polizia Locale per liberare gli ambienti. Ma i residenti, che abitano nel palazzo da anni, insorgono: “Dopo il crollo di una stanza nel 2018 – affermano – il Municipio non ha mai fatto i lavori di ristrutturazione, ma solo la messa in sicurezza. Noi abbiamo continuato a pagare le pigioni. In questo edificio vivono anziani ammalati e famiglie con bambini. Non possono buttarci in mezzo a una strada”.

Casa-Museo di S.Moscati, due anni fa il crollo nella camera del Santo

Era il 26 gennaio 2018, quando un boato enorme, alle prime luci dell'alba, svegliò gli abitanti del palazzo ottocentesco al numero 10 di via Cisterna dell'Olio. Il soffitto al quarto piano dell'edificio venne giù, franando proprio nella camera dove il medico santo aveva trascorso gli ultimi 30 anni di vita e si era spento. Proprio quella stanza, tradizionale meta di pellegrinaggio per tanti fedeli e devoti di tutta l'Italia, è poi rimasta interdetta negli ultimi due anni. Per fortuna, in quell'occasione, il cedimento avvenne durante la notte, fuori dall'orario delle visite e nessuno si fece male. Quintali di calcinacci e legno caddero sul letto e sulla sedia di San Giuseppe Moscati, dove spesso i fedeli si fermano a pregare. Riproduzioni dei mobili originali che sono conservati nella chiesa del Gesù Nuovo.

I residenti: “In 2 anni mai fatti i lavori di ristrutturazione”

“Dopo il crollo di due anni fa – racconta Terenzio Del Gaudio, residente del palazzoil Comune ha fatto la messa in sicurezza con i ponteggi. Ma poi ha lasciato tutto così, non ha tolto una pietra. In quell'occasione fu intimato lo sgombero agli abitanti del palazzo, ma ha continuato a mandare i bollettini dei canoni. Dopo due anni, abbiamo appreso che lunedì ci sarà lo sgombero coatto. Nonostante una perizia giurata redatta da un ingegnere strutturista nominato dai residenti, il Comune non ha voluto ritirare l'ordinanza. Ci hanno detto che ci sarebbe un'altra perizia del Comune sullo stato di pericolo per l'edificio, che attesterebbe un dislivello di 30 centimetri tra una stanza e l'altra, ma noi non l'abbiamo mai vista. Se il palazzo rischia di crollare, perché continuare a far passare la gente nella strada sottostante? Perché non sgomberare anche gli edifici circostanti? Non vorremmo ci fossero altri interessi. Qui vivono anziani ammalati e famiglie con bambini piccoli. Non ci possono buttare per strada”.

“Lunedì prossimo – scrive Cinzia Buonocore sulla sua pagina Facebook – il Comune verrà a cacciarci, con la forza pubblica, tutti dal palazzo di S. Giuseppe Moscati. Lo dicono tutti che è un abuso quello che stanno facendo, quando lo dicevo io, dicevano che ero pazza. Prima qualcuno voleva solo la mia casa, adesso vuole tutto il palazzo, mettendo in mezzo ad una strada vecchi malati e bambini. Lunedì mattina moltissime persone saranno sotto al palazzo per difenderci”.

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