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Caserta, maxi-blitz della Polizia: arrestati esponenti del clan dei casalesi

Maxi-blitz anti-mafia all’alba della Polizia di Stato in provincia di Caserta. La Squadra Mobile di Caserta, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha eseguito 7 arresti nei confronti degli esponenti del sodalizio criminale con a capo un ex cutoliano, attuale reggente del clan dei Casalesi nell’agro Teano, per intimidire le vittime si presentava come “Compare di Cutolo”. Tra gli arrestati c’è anche il referente di zona del federato clan “Papa”. Sette persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato per estorsione con l’aggravante mafiosa.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Maxi-blitz anti-mafia all'alba della Polizia di Stato in provincia di Caserta. In corso una operazione volta al contrasto della criminalità organizzata nelle due province della Campania. La Squadra Mobile di Caserta, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, sta eseguendo numerosi arresti nei confronti degli esponenti del sodalizio criminale con a capo un ex cutoliano, attuale reggente del clan dei Casalesi nell'agro di Teano, nella zona dell'alto casertano che confina con il basso Lazio. Tra gli arrestati c'è anche il referente di zona del federato clan "Papa". Nello specifico, la Squadra Mobile di Caserta, su mandato del gip di Napoli, ha eseguito sette misure cautelari in carcere per estorsioni aggravate dal metodo mafioso. L'indagine è partita a seguito di segnalazioni di casi di racket ai danni di imprenditori della zona. In particolare, i criminali avrebbero taglieggiato una concessionaria di auto, con intimidazione e violenze di vario genere ai danni dell'attività commerciale.

Il boss si presentava come "Il compare di Cutolo"

Sette persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato per estorsione con l'aggravante mafiosa, nel corso di un blitz iniziato all'alba e coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Tra i soggetti raggiunti dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Napoli, c'è l'ex cutoliano 60enne Michele Aria, arrestato con i figli. Era Aria che, secondo i magistrati e gli investigatori della Squadra Mobile di Caserta guidati da Davide Corazzini, aveva preso in mano le redini del clan dei Casalesi nella zona di Teano, alto-Casertano. Aria si muoveva con un altro presunto affiliato, il 44enne Salvatore Salerno (anch'egli arrestato), ritenuto referente a Teano del clan Papa, cosca storicamente federata con i Casalesi. I due, insieme ai cinque complici arrestati, imponevano sul territorio la "legge" loro e quella dei Casalesi con la violenza. I soggetti sono gravemente indiziati, a vario titolo, di concorso in estorsione, consumata e tentata, lesioni personali, porto di strumenti atti ad offendere, tentata violenza privata e minacce. Si tratta di reati pluriaggravati, riuniti sotto il vincolo della continuazione, che si sarebbero consumati nell’agro di Teano dal 2016 al dicembre 2018. Proprio per rendere più concrete le minacce, l’ex cutoliano, si sarebbe presentato come “compare di Cutolo”. Tra le frasi intercettate in una telefonata: “La gente bisogna sgozzarla… Dobbiamo comprare due asce… ti faccio vedere come si stacca la testa alla gente”.

Arrestate 7 persone per estorsione

In particolare, è emerso dell'episodio del concessionario d'auto vittima di estorsione, cui il gruppo avrebbe provato ad incendiare l'attività quando l'imprenditore ha smesso di pagare il rateo estorsivo. L'operatore economico, hanno accertato le indagini, pagava 300 euro al mese ad Aria, ma ad un certo punto non ce l'avrebbe faceva più. Gli indagati gli avrebbero chiesto di mettersi a posto pagando tre rate da 1500 euro, l'imprenditore avrebbe iniziato a pagare ma poi avrebbe dovuto smettere. Sono così iniziate le minacce, quindi gli atti intimidatori e i pestaggi. A questo punto, il concessionario, costretto a noleggiare gratuitamente le auto agli indagati, sarebbe stato picchiato con le mazze da baseball davanti ai clienti. Gli estorsori avrebbero poi rimosso le telecamere per evitare di essere identificati. La vittima, convocata dalla Squadra Mobile che già indagava sul gruppo di Aria, ha denunciato i fatti. Gli inquirenti hanno poi scoperto altre due estorsioni consumate dal gruppo, tra cui quella ai danni di un allevatore di cani.

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