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Cella zero, processo per le violenze nel carcere di Poggioreale. Nuova denuncia: “Pestato brutalmente”

La denuncia: “Colpito sul viso, sull’addome e sulle gambe. Infatti dopo essere stato aggredito cadevo a terra e le guardie continuavano a colpirmi dall’alto”. Intanto inizia il processo sulle presunte violenze nel carcere di Poggioreale.
A cura di Gaia Bozza
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Il carcere di Poggioreale è di nuovo sovraffollato: le celle scoppiano, con 2100 persone per una capienza regolamentare che dovrebbe essere di 1500, mentre è ancora vivo il ricordo dello scandalo che travolse l'istituto solo qualche anno fa, condizioni disumane di detenzione e violenze nella cosiddetta "cella zero". Un detenuto accettò di farsi intervistare da Fanpage.it e denunciò di aver subito un pestaggio, assistito dall’avvocato Cesare Amodio: a lui se ne aggiunsero altri, raggiungendo picchi di oltre cento alla Procura della Repubblica di Napoli. Fu aperta un'inchiesta che oggi arriva al processo per 12 imputati.

Dopo gli scandali, nel 2014, arrivò Antonio Fullone, che ha diretto l'istituto per tre anni: sotto la sua direzione non vi sono state più denunce di pestaggi e ci sono stati alcuni netti miglioramenti. Fullone ha lasciato l'incarico qualche mese fa, mentre le celle avevano già cominciato a riempirsi di nuovo. E proprio in quel periodo è arrivata una nuova denuncia preoccupante: un uomo sarebbe stato brutalmente picchiato da un gruppo di guardie perché protestava a causa del sovraffollamento.

Nuova denuncia di pestaggio: "Picchiato brutalmente dalle guardie"

Sarebbe legato al dramma del sovraffollamento l'episodio denunciato dal detenuto proprio poco tempo dopo l'addio dell'ex direttore: l'uomo si sarebbe opposto all'inserimento di una ulteriore persona all'interno della cella già sovraffollata e fatiscente, situazione che avrebbe generato l'aggiunta di un piano sui letti a castello che già ospitavano 5 persone. I detenuti ritenevano questa condizione non sostenibile e un pericolo per l'incolumità di chi avrebbe dormito sul quel letto. Ne sarebbe nata una protesta, ma dopo alcuni minuti "la cella si riempiva di poliziotti della penitenziaria  – si legge nella denuncia – che iniziavano a picchiare brutalmente il sottoscritto, il quale riportava lesioni, tuttora visibili, su tutto il proprio corpo. In particolare veniva colpito sul viso, sull’addome e sulle gambe. Infatti dopo essere stato aggredito cadeva a terra e le guardie continuavano a colpirlo dall’alto".  Il pestaggio, denuncia l'uomo, sarebbe durato diversi minuti e solo a seguito delle proteste dei compagni di cella sarebbe terminato. Lui sarebbe stato trasferito poi in isolamento perché sottoposto a misure disciplinari. Ma lì, racconta, sarebbe stato spogliato e poi pestato di nuovo. Per questo, nonostante il timore, avrebbe deciso di denunciare tutto alla Procura di Napoli.

Inizia il processo per la "cella zero": 12 imputati

Comincia oggi al Tribunale di Napoli il processo per la cosiddetta "cella zero": sono imputate dodici persone. Sono tutte guardie penitenziarie in servizio presso la casa circondariale partenopea: si tratta di Domenico Acierno, Pierino Aniello, Carlo Gerardo Caporale, Francesco De Angelis, Francesco De Luca, Pasquale Lamula, Angelo Mauro, Giuseppe Palmese, Alfonso Ruggiero, Giuseppe Russo, Michele Russo e Sebastiano Zampone.

Tutti dovranno rispondere di abuso di autorità contro detenuti, in quattro casi anche di lesioni, di sequestro di persona e in un caso di maltrattamenti. In alcune circostanze i detenuti sarebbero stati letteralmente sequestrati e picchiati e si fa menzione esplicitamente e ripetutamente della "cella zero": secondo i magistrati un posto deputato ai pestaggi, dunque, esisteva. E tra le denunce, c'è chi aveva raccontato di essere stato picchiato con ripetuti colpi in testa con la chiave della cella, chi sbattuto a suon di schiaffi e pugni contro la porta blindata della cella. Chi aveva riportato la lesione di un timpano. Chi, ancora, tratteggiava uno scenario horror: approfittando di una crisi epilettica, quattro degli imputati avrebbero insultato il detenuto, gli avrebbero afferrato con forza la testa sbattendola su un tavolino all'interno della cella, lo avrebbero schiaffeggiato, preso a calci, strattonato e lo avrebbero legato mani e piedi. L'inchiesta, condotta dai procuratori aggiunti Valentina Rametta e Giuseppina Loreto e coordinata da Alfonso D'Avino, è giunta alla svolta decisiva. Sono state fondamentali le testimonianze e le denunce di molti detenuti. Un'indagine condotta in maniera scrupolosa, visto il tema delicato, che si è basata su numerosi riscontri e che ha analizzato in maniera approfondita tutte le testimonianze.

Erano anni che i detenuti denunciavano questo stato di cose, il primo a farlo fu Pietro Ioia, ex detenuto oggi presidente dell'associazione Ex D.o.n.  che denunciò violentissimi pestaggi già negli anni Ottanta e Novanta. Ed è a lui che si rivolse anche uno dei detenuti che ha denunciato, nel 2014,  pestaggi ad opera della presunta "squadretta" di Poggioreale:  "Con la nostra associazione ci costituiremo parte civile attraverso l'avvocato Raffaele Minieri – spiega Ioia –  Sono situazioni che conosciamo benissimo e, purtroppo, da anni.  Il  carcere di Poggioreale è molto particolare perché è stato governato spesso con la violenza e la tendenza è quella: bisogna stare con gli occhi aperti perché certi atteggiamenti sono duri a morire. Io ho vissuto la cella zero, l'ho anche descritta con testimonianze in un libro verità che uscirà a giorni, l'ho denunciata per vent'anni e nessuno mi credeva". Oggi un altro passo verso la verità: c'è un processo.

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