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Chi era Raffaele Cepparulo, il boss 25enne di Forcella ucciso a Ponticelli

Cepparulo era stato arrestato per l’omicidio di Gianmarco Lambiase, assassinato il 1° marzo 2015. Ventuno anni, legato al clan Mazzarella, il giovane era stato freddato dai proiettili di Cepparulo in un circolo ricreativo a in via Cleopatra, a Ponticelli. Proprio lì, per ironia della sorte, poco più di un anno dopo, sarebbe caduto morto proprio il baby boss.
A cura di Angela Marino
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Barba lunga e folta, capelli scuri occhiali. Raffaele Cepparulo mostrava più dei suoi 25 anni di età, aveva un aspetto vissuto, un'espressione accigliata ben lontana dalla spavalderia quasi puerile, dei cosiddetti baby boss. Leader e dei Barbudos, gruppo criminale attivo nel centro storico di Napoli e noto per l'aspetto selvaggio dei suoi affiliati era rivale dei Giuliano-Sibillo, la paranza dei bimbi di Forcella. Combatteva, dalla parte del gruppo perdente, una delle faide più sanguinose degli ultimi anni a Napoli. E mentre i boss dello schieramento opposto sono finiti in carcere, lui è finito al tappeto: stroncato da una raffica di proiettili nel quartiere Ponticelli di Napoli.

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Per quell'omicidio in cella erano finiti anche Salvatore Basile, Agostino Riccio e Francesco Spina, referenti di altrettante famiglie criminali di Napoli in lotta per l'egemonia sul racket e il traffico di droga. Cepparulo fu scarcerato a ottobre 2015 per decorrenza dei termini.  Stando alle indagini, uno degli obiettivi del commando era l'allora boss Emanuele Sibillo, capo dell'omonima famiglia e fratello di Lino, che poi avrebbe preso il comando dopo la sua morte.

La maledizione di via Cleopatra

In quel caso il gruppo di fuoco non riuscì a colpire e Emanuele fu ucciso poco dopo, a luglio, in via Oronzio Costa a Forcella. Barba folta e tatuaggi evidenti, Emanuele aveva lo stesso aspetto di Raffaele, un look che contraddistingue i giovani dirigenti criminali che si contendono Napoli dalla periferia al centro. Come Emanule e come Gianmarco (Lambiase) neanche Cepparulo ha superato i 25 anni e il suo nome finirà tatuato sul bicipite di un altro baby boss che insegue il sangue e il potere nel videogame della camorra. Sorte diversa per Ciro Colonna, 19 anni, ucciso per errore nell'agguato mortale in cui è morto il baby boss. Per la sua memoria nessun rituale camorristico: solo l'attesa, lenta, dolorosa, che quel nome venga riconosciuto come quello di una vittima innocente.

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