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Chiude l’ospedale degli Incurabili, simbolo di carità nella storia di Napoli

Fondato nell’ormai lontano 1522, è uno degli ospedali più antichi della città. Al suo interno hanno operato, nei secoli, i maggiori luminari della medicina napoletana, tra cui san Giuseppe Moscati. I crolli delle ultime ore, che hanno portato allo sgombero dei degenti, ne decreteranno, probabilmente, la chiusura definitiva.
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Il cortile interno dell'ospedale degli Incurabili.
Il cortile interno dell'ospedale degli Incurabili.

Lo sgombero di malati dell’antico ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, collocato nel cuore di Napoli, giunge non inatteso: da anni, infatti, si temevano cedimenti strutturali nello storico nosocomio, da cui, nelle ultime ore, sono stati spostati i degenti, ricollocati in altre strutture sanitarie napoletane. Nuove crepe nei pagamenti, dovute allo sprofondamento del soffitto della chiesa di Santa Maria del Popolo, situata proprio al di sotto di alcuni reparti, hanno reso indispensabili misure cautelari. Non è chiaro se e quando l’ospedale, già destinato alla chiusura dal piano ospedaliero regionale, potrà mai riaprire. Nei prossimi giorni saranno trasferite anche le opere d’arte ed i manufatti conservati nella farmacia storica del complesso.

Situato all’interno di un complesso di edifici antichi di cui fanno parte ben tre chiese monumentali, a poche decine di metri da porta San Gennaro, dalle viuzze del centro storico partenopeo e, dall’altro lato, da piazza Cavour, quello degli “Incurabili”, come è conosciuto dai napoletani, è uno degli ospedali più antichi della città. L’ospedale sorge su quella che, in antichità, era conosciuta come una “collina sacra”: la leggenda vuole che, proprio su quella terra, fosse stata sepolta la mitologica Partenope, che diede il nome all’intera città.

Nel Medioevo, gli Ospedali erano strutture di carità, che si occupavano di quanti non avevano i soldi per poter chiamare a casa un medici: poveri, anziani, orfani, ragazze madri. A Napoli si sentiva il bisogno di un luogo fisico particolarmente grande e con molti medici dove potessero essere curate gratuitamente persone incurabili  e così, grazie ad un voto della pia donna spagnola Maria Lorenza Longo, nel 1522 fu fondato l’ospedale, in cui, molti decenni più tardi, si sarebbe formato san Giuseppe Moscati (ma anche altri eminenti medici a cui oggi sono intitolati ospedali napoletani, come Antonio Cardarelli e Domenico Cotugno) ed avrebbe operato Santa Giovanna Antida Thouret. Proprio nell’ospedale degli Incurabili nacque la Scuola Medica Napoletana.

L’ospedale, fin da subito, fu diviso in reparti per uomini e per donne. La parte maschile era, a sua volta, suddivisa in ospedale dei paesani, dei soldati e dei matti, il camerone dei Moribondi e quello per i malati di morbo gallico (sifilitici). Quella femminile, invece, aveva camerate differenziate per le gravide, luetiche (cioè ammalate di sifilide), moribonde, matte e affette da scabbia e tigna. Sembra, ormai, che sia stata scritta la parola fine alla storia di uno degli ospedali a cui i napoletani sono maggiormente legati.

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