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Cibo scadente e sporcizia in un ristorante sul Lungomare di Napoli: clienti chiamano i Nas

I clienti di un ristorante sul Lungomare di Napoli chiamano i carabinieri del Nas che scoprono cibo privo di tracciabilità e rintracciabilità, oltre a locali sporchi. Disposte anche le campionature in alcuni casi per verificare la presenza di cariche batteriche. Nei giorni scorsi, in un locale della stessa zona, trovate blatte nei bagni e scattò la chiusura.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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[Immagine di repertorio]
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I carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Napoli sono intervenuti in un ristorante del Lungomare di Napoli dopo che alcuni clienti avevano richiesto il loro intervento. I militari dell'arma, assieme agli ispettori dell'Asl Napoli Centro, una volta giunti sul posto hanno messo in atto un'accurata ispezione dell'attività di ristorazione, scoprendo diverse irregolarità e disponendo anche un'accurata campionatura di alcuni prodotti alimentari trovati sul posto e per il quale si è ora in attesa di conoscere gli esiti per verificare la presenza di eventuali cariche batteriche non conformi.

Di fatto, i militari del Nas hanno sequestrato amministrativamente 40 chili di alimenti vari, per i quali non vi era alcuna documentazione idonea per risalirne alla tracciabilità e alla rintracciabilità alimentari, senza la quale nessun alimento può essere venduto e o somministrato ai consumatori. Inoltre, sono state sancite diffide per la risoluzione di carenze igienico-sanitarie e strutturali scoperte nel corso dei controlli. Quindi, la campionatura di cui sopra, i cui esiti non sono ancora stati resi noti. Anche per la struttura ricettiva attinente è stata controllata: anche in questo caso sono state sancite prescrizioni affinché i titolari risolvano le carenze igienico-sanitarie e strutturali. Nei giorni scorsi, gli stessi militari del Nas avevano invece chiuso una pizzeria-trattoria sempre nei pressi del Lungomare di Napoli, dopo aver scoperto che il bagno dell'attività fosse invaso dalle blatte: un'operazione inserita in una più vasta che portò al sequestro di circa 500 chili di alimenti, sempre privi di tracciabilità.

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