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Città Metropolitana, il “ribaltone” di De Magistris con il Pd è realtà

I consiglieri del Partito Democratico non accettano formalmente le deleghe attribuite dal sindaco metropolitano, ma votano in consiglio tutti gli atti presentati in assenza del centrodestra: il “ribaltone” è una realtà.
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Nelle scorse ore il patto di ferro tra De Magistris ed il Partito Democratico in Città Metropolitana è stato definitivamente suggellato con un comune voto favorevole ad una serie di delibere, approvate in assenza dei rappresentanti del centrodestra. E’ così saltato il patto istituzionale che prevedeva il “tutti dentro” tranne il Movimento Cinque Stelle, sul quale si era retta la ex Provincia di Napoli fino alle scorse settimane.

A nulla vale il fatto che le deleghe assegnate da De Magistris a cinque esponenti dei democrat, tutti i consiglieri del gruppo tranne Alessia Quaglietta, siano, al momento, “congelate” in quanto l’accettazione non è formalmente avvenuta. Il nuovo asse, frutto di un "ribaltone" è ormai evidente a tutti, nonostante gli annunci dei vertici provinciali del Pd di deferire ai probiviri gli stessi consiglieri, in quanto l’accordo con il sindaco di Napoli sarebbe avvenuto solo “a titolo personale”.

Nel Pd trapela, però, un certo imbarazzo e si cerca di spiegare la posizione dei consiglieri come se fosse interlocutoria “in attesa che si riunisca la direzione” e che “sono state votate solo delibere che incidevano direttamente su quaranta Comuni”. Una sorta di atto dovuto, insomma, mentre il centrodestra, che ha attaccato duramente la spartizione delle deleghe tra consiglieri vicini a De Magistris ed i democratici, non ha neppure fatto capolino tra i banchi di Santa Maria la Nova.

Tra i banchi dell’opposizione, l’unico attacco a De Magistris è arrivato dall’ex vicesindaco metropolitano David Lebro, che ha rifiutato la delega attribuitagli: “È incredibile -conclude Lebro- come un Ente così importante possa contare al momento sulla presenza risicata di 14 consiglieri, evidentemente lì per questioni di deleghe, e su un sindaco che, sentendosi il padrone assoluto, si sottrae ad ogni confronto democratico. Ormai il Consiglio Metropolitano è sempre più una dependance di Palazzo San Giacomo. A questo punto, ci manca solo lo striscione”.

All’inizio del consiglio è avvenuta la surroga del nuovo consigliere metropolitano del Movimento Cinque Stelle dopo le dimissioni di Danilo Cascone. Come prevede la legge, il posto è stato occupato da Francesco Capasso, nonostante i consiglieri comunali di buona parte della provincia gli avessero chiesto di rinunciare in favore di Vincenzo Risso. Una richiesta che è stata completamente ignorata: Capasso ha fatto valere il suo diritto e, dalle scorse ore, siede tra i banchi dell’ex consiglio provinciale.

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