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Opinioni

Comune, premi a pioggia e promozioni illegittime: il governo chiede 117 milioni a Napoli

Nel mirino della Ragioneria Generale dello Stato i fondi per il salario accessorio dei dipendenti erogati nel periodo 2007-2018. Il Comune approva un piano di rientro. La somma contestata è frutto di una ispezione del Ministero delle Finanze iniziata col Governo Monti nel 2012 e conclusasi quest’anno sulle risorse stanziate nella seconda giunta Iervolino. Ma le irregolarità emerse hanno influito anche negli anni delle giunte de Magistris. Atti inviati anche alla Corte dei Conti.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Premi a pioggia e avanzamenti di carriera illegittimi per i dipendenti comunali. Arriva la stangata per il Comune di Napoli. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze chiede il recupero di 117 milioni di euro per il periodo 2007-2018. Nel mirino, il fondo per il salario accessorio, un tesoretto formato anno per anno che serve a finanziare le indennità aggiuntive allo stipendio per i dipendenti comunali, tra i quali anche turnazioni, disagio, rischio e reperibilità. Nel 2012, il Governo Monti inviò gli ispettori a Palazzo San Giacomo per passare al setaccio le spese per il periodo 2007-2011, corrispondente alla seconda sindacatura Iervolino, che alla fine è risultato sovradimensionato. Dalla relazione sono emerse numerose "irregolarità", non sanate negli anni delle giunte de Magistris, visto che il fondo del salario accessorio viene costituito ogni anno, previa contrattazione collettiva, sulla base degli anni precedenti, con criteri di progressiva riduzione dal 2011, da quando sono in vigore le nuove norme sulla spending review.

Braccio di ferro tra Comune e Ministero delle Finanze

Il buco, così, si è protratto fino al 2018, superando i 100 milioni. La questione, oggetto di un duro contraddittorio tra l'amministrazione arancione e la Ragioneria Generale dello Stato, è andata avanti fino ad oggi. Con una delibera firmata la Vigilia di Natale, Palazzo San Giacomo alla fine ha riconosciuto il grosso della cifra, ma non tutta. Il Comune ha così formulato un piano di rientro. La proposta che sarà fatta allo Stato sarà di recuperare i 117 milioni "a rate", tagliando di un quarto il fondo per il salario accessorio dei dipendenti ogni anno, fino alla estinzione di tutta la somma. Quest’anno il taglio dovrebbe ammontare a circa 11 milioni di euro, su quasi 50 previsti. Tutti i sindacati sono stati convocati urgentemente domani mattina a Palazzo San Giacomo. Il piano, ad ogni modo, dovrà essere accettato dal MEF e dalla Corte dei Conti, prima di diventare operativo. Una situazione di estrema incertezza, che mette a rischio anche il completamento delle nuove progressioni orizzontali che quest'anno hanno riguardato circa il 60% dei dipendenti, mentre per i restanti si era in attesa per l'anno prossimo.

Indaga anche la Corte dei Conti

Ma il tema è molto caldo. Sotto i riflettori degli “007” del MEF, infatti, ci sono finite anche le cosiddette progressioni orizzontali già fatte dal Comune negli anni contestati – non quelle del 2019, quindi – giudicate essere avvenute senza “selettività”, nonché l'“illegittima attribuzione dell'indennità di risultato agli incaricati di posizione organizzativa”. In questi due casi, gli atti sono stati inviati alla Procura della Corte dei Conti per valutare eventuali danni erariali.

L'ispezione iniziata col Governo Monti

L'approfondimento del Ministero delle Finanze sulle spese del salario accessorio del Comune di Napoli parte da lontano ed è ricostruita in dettaglio nella delibera approvata il 24 dicembre scorso. Nel 2012 l'Ispettorato Generale di Finanza Pubblica della Ragioneria avvia la verifica amministrativo-contabile al Comune di Napoli. Ne emergono diverse irregolarità, nella relazione inviata al Comune a fine 2012. Palazzo San Giacomo, però, a ottobre 2013 presenta le controdeduzioni, in parte accolte dalla Ragioneria di Stato, nel 2015, in parte no.

Tutte le contestazioni

Ma quali sono le principali contestazioni? Tra i rilievi della Ragioneria dello Stato ad oggi “non superati”, figurano soprattutto premi e avanzamenti di carriera, concessi “senza il rispetto dei principi di selettività”. Gli “007” del MEF contestano due istituti: la produttività individuale e i progetti di produttività, per un totale di 37 milioni di euro. Nel primo caso, quello della produttività individuale, “l'istituto viene ritenuto illegittimo in toto”. Secondo il Comune, però, gli ispettori avrebbero calcolato sia “il riconoscimento dell'erogazione dell'istituto che l'incremento dei fondi che lo ha finanziato, ponendo a recupero due volte la stessa cifra per ciascun anno”. Altra contestazione del MEF riguarda l'“indebito utilizzo delle risorse specificamente destinate alle alte professionalità”. Secondo gli ispettori, “non sarebbero state istituite”. Ma il Municipio ha asserito che "sono state istituite già nel 2005 e il loro valore era superiore all'integrazione delle risorse”, pertanto ha deciso di “non conformarsi” a questa richiesta del MEF. Gli altri rilievi, invece, si concentrano sul “mancato rispetto dei vincoli finanziari posti alla base della contrattazione collettiva integrativa”, tra i quali, l' “errata quantificazione delle risorse derivanti dal risparmio conseguente alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a parziale”; l' “ingiustificato inserimento di parte delle risorse aggiuntive non destinate al miglioramento quali-quantitativo dei servizi, ma al finanziamento di altri istituti come turnazione, disagio, rischio e reperibilità”; l'“errato incremento delle risorse del fondo per finanziare l'istituzione dell'indennità di comparto”.

A vuoto due solleciti della Ragioneria di Stato

Sui rilievi non accolti dalla Ragioneria di Stati nel 2015, quindi, il Municipio avvia ulteriori approfondimenti e prepara altre controdeduzioni a maggio 2017 che sono trasmesse alla Ragioneria Comunale e agli uffici che si occupano del Piano di Riequilibrio dal disavanzo del Comune, che è in pre-dissesto, per essere poi inoltrate al MEF. Ma a Roma non arriveranno mai. La Ragioneria di Stato manda due solleciti: a febbraio 2018 e a ottobre 2018 chiedendo un Piano di recupero delle risorse contestate, mediante riduzione dei fondi degli anni successivi. Il 30 luglio scorso comunica che “vista l'assenza di ulteriori comunicazioni dal Comune, ritiene il procedimento concluso”. Il sindaco Luigi de Magistris il 9 agosto invia all'Ispettorato una Relazione con un'integrazione alle controdeduzioni. Con la delibera del 24 dicembre, infine, il Municipio decide di “prendere atto della chiusura formale del procedimento di ispezione comunicato dal Ragioniere dello Stato”. La delibera, quindi, prevede di ricalcolare il fondo per il salario accessorio 2007-2011, sulla scorta dei rilievi del Mef, e di conseguenza anche quello degli anni 2012-2018.

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Giornalista professionista dal 2016, per Fanpage.it segue la cronaca di Napoli, con particolare riferimento ai settori politica, istituzioni, trasporti, Sanità, economia. Ha collaborato in passato con i quotidiani “Il Mattino”, “Roma”, “Il Fatto quotidiano.it” e con l'agenzia di stampa Italpress. Nel 2014 ha vinto il Primo Premio al Premio di Giornalismo “Francesco Landolfo”. Per l'attività giornalistica svolta è stato ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche (tra le quali Agorà, RaiRadio2, TgCom24, Radio Kiss Kiss Napoli, Radio Marte, Radio Amore Napoli, Canale 8). Moderatore di convegni e dibattiti pubblici per Provveditorato per le Opere Pubbliche della Campania e Molise, Banca Fideuram – Intesa Sanpaolo, Eurispes. Ha svolto attività di ricerca scientifica di carattere storico-economico. È autore dei saggi pubblicati su Meridione, Sud e Nord del Mondo: "La ristrutturazione industriale negli anni ’70 del Novecento. I salvataggi Gepi di imprese campane" (Esi, 2013), "Espansione e sviluppo dell’industria aerospaziale campana negli anni ’70 del Novecento" (Esi, 2013), e "Pensiero meridiano e politiche europee per il Mediterraneo" (Esi, 2010).
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