
Palazzo San Giacomo raddoppia i compensi per i revisori dei conti, l'organo di controllo chiamato a vigilare sulle spese del Comune. Grazie a una delibera di giunta gli emolumenti dei tre componenti del collegio schizzano dai 90 mila euro circa del 2018 a 180mila euro nel 2019. In pratica, si passerà da 15mila euro all'anno (circa 1.270 euro al mese) a oltre 27.600 euro (2.300 euro al mese). Più alto il compenso base del presidente, che arriverà, invece, a 41.475 euro l'anno.
L'amministrazione arancione accoglie così la richiesta dei revisori Nicola Giuliano presidente, Giuseppe Criscuolo e Giuseppe Riello componenti, che a gennaio avevano chiesto l'adeguamento dei compensi, previsto dal nuovo decreto Salvini-Tria di dicembre. Sulla vicenda c'era stato anche lo stop del Viminale chiarendo che l'aggiornamento dei compensi «non deve essere considerato un obbligo, ma una facoltà dell’amministrazione che può autodeterminarsi nei limiti delle risorse finanziarie del bilancio». Una facoltà che Palazzo San Giacomo ha deciso di cogliere. Ma che per diventare effettiva dovrà essere approvata dal consiglio comunale.
Secondo la delibera firmata dal vicesindaco Enrico Panini, quindi, l'attuale collegio, che scadrà il 23 maggio prossimo con la possibilità di una proroga fino al 7 luglio, grazie all'adeguamento si porterà a casa per metà anno 89.825,63 euro. Praticamente, quasi lo stesso compenso di tutto il 2018. A questa cifra, poi, bisognerà aggiungere anche i rimborsi per le spese di viaggio, calcolate in base alla distanza e alla vettura usata, visto che diversi componenti hanno la residenza fuori Napoli. Anche questo importo potrà aumentare, perché la norma ne fissa il tetto massimo al 50% del compenso. Finora, i rimborsi di viaggio si aggiravano a circa 600 euro al mese.
Una richiesta legittima, insomma, quella dei revisori. Non solo perché prevista dalla legge, ma anche perché nel caso di Napoli, i loro compiti si sono accresciuti nel corso degli anni, per il controllo periodico che devono effettuare anche sui piani di rientro dal disavanzo, visto che Palazzo San Giacomo è in pre-dissesto. Nella delibera, infatti, viene spiegato che «le fuzioni del revisore contabile nell'ultimo decennio sono esponenzialmente aumentate alla luce della legislazione della finanzia pubblica e che questo impone l'adeguamento dei compensi base, anche per rispettare i principi dell'equo compenso».
D'altra parte, il compenso dei revisori di Napoli finora era molto più basso di quello dei loro colleghi di altre città. Nel 2016, all'atto della nomina, il compenso base dei revisori di Napoli fu fissato in 19.448 euro, ridotto però del 15% per la legge 122 del 2010 sulla spending review, per un altro 10% nel 2013 a causa del pre-dissesto. Con le ultime leggi nazionali, però, il taglio del 10% della legge 122 non è più obbligatorio, mentre il decreto Salvini-Tria ha modificato al rialzo anche i compensi base.
Da qui, la delibera di giunta approvata il 13 maggio scorso che aumenta i compensi. Una decisione discrezionale, come ricorda il ragionere generale nel parere di accompagnamento. «L'aggiornamento dei limiti massimi del compenso – scrive Raffaele Grimaldi – rientra nella discrezionalità dell'Ente, effettuata sulla base delle risorse finanziarie in bilancio.
E nel bilancio 2019-2021, per l'annualità 2019, c'è sufficiente copertura finanziaria». La responsabilità di accordare l'aumento, però, alla fine spetterà al consiglio comunale. «La valutazione sulla congruità e adeguatezza dell'aggiornamento del compenso – conclude il tecnico – è demandata all'organo consiliare».
