Concerto abusivo di Tony Colombo alla Pignasecca: “Ha organizzato tutto Enzo Bambolina”
L'idea iniziale era di festeggiare all'interno del negozio, pubblicizzando la serata con foto e stories su Instagram, poi l'evento è diventato un concerto. E, subito dopo, la situazione è degenerata: controllo dei vigili, esibizione bloccata, cantante che spegne tutto e va via senza incontrare i fan e una multa che può arrivare fino a 5mila euro. Nemmeno la soddisfazione di stringere la mano al neomelodico, dopo aver pagato 2mila euro senza (almeno fino ad ora) ricevere fattura. La questione, ancora, è quella del concerto abusivo di Tony Colombo, che giovedì sera si stava esibendo alla Pignasecca, nel centro di Napoli. La proprietaria del negozio, però, pur ammettendo che in effetti quelle autorizzazioni non c'erano, vuole raccontare la sua versione: si sente truffata e ha già dato mandato a un avvocato. Ma partiamo dal principio.
Lo spettacolo organizzato da Enzo Bambolina
Una decina di giorni prima dell'evento Mariarosaria Grandulli, titolare del negozio Dream della Pignasecca, sta organizzando l'inaugurazione. Contatta tramite Instagram Enzo Bambolina. Si sentono al telefono e poi si vedono. Si mettono d'accordo per un evento a cui devono prendere parte lui e l'influencer Carmine Ruggi, che rimarranno un paio d'ore coi fan, e Tony Colombo, che interverrà per 45 minuti per cantare qualche canzone e poi intrattenersi a scattare foto e girare stories per Instagram. "Ho parlato sempre e solo con Enzo Bambolina, che ha un'agenzia di spettacoli – dice la ragazza – al primo incontro gli ho consegnato 500 euro in contanti. Avrebbero dovuto mandarmi la fattura e copia del contratto via mail, ma non ho ricevuto ancora nulla".
"Mi sono fidata di Enzo Bambolina"
Siamo al 7 novembre, al sera dell'inaugurazione, in largo Nunzio Gallo, alla Pignasecca. Arrivano per primi Carmine Ruggi ed Enzo Bambolina, che iniziano a farsi foto nel negozio. E viene pagata la seconda parte dei soldi: 1500 euro, sempre con l'accordo che sarebbero arrivati successivamente la fattura e il contratto tramite mail. Poi, i collaboratori che devono montare la pedana. Ma c'è un problema. "Il negozio è troppo piccolo, così i ragazzi hanno detto che l'avrebbero montata fuori – continua a raccontare Mery Grandulli – una soluzione che sarebbe stata anche controproducente: l'intenzione era di far entrare gente da me, non di organizzare una festa in piazza. Ho chiesto a Enzo Bambolina se si potesse fare e lui mi ha rassicurato: siamo in zona pedonale, ha detto, non c'è bisogno di chiedere permessi. Ora so che ho sbagliato, ma mi sono fidata".
Il concerto di Tony Colombo bloccato dai vigili
Poco dopo, però, mentre Tony Colombo sta cantando, arriva la Polizia Municipale. Due agenti vanno verso il cantante, altri due entrano nel negozio. "Io non sapevo che dire, mi hanno chiesto le autorizzazioni ma io non sapevo di cosa stessero parlando. Io ero convinta che avesse organizzato tutto l'agenzia – continua la titolare del negozio – allora ho chiamato Enzo Bambolina che mi ha detto che ci avrebbe pensato lui, avrebbe spiegato lui ai vigili. Quando sono tornata nel negozio, però, lui era sparito insieme a tutti gli altri. Non ho nemmeno avuto la soddisfazione di vedere Tony Colombo dal vivo".
Lo stesso cantante si scusa poco dopo coi fan tramite Instagram, dicendo di avere abbandonato la piazzetta una volta capito che non c'erano le autorizzazioni e invitando a non contattarlo più se non in possesso dei permessi. Il popolare neomelodico, che si dice convinto che anche per quell'evento fosse tutto in regola, era arrivato in piazza insieme alla moglie, Tina Rispoli; entrambi sono tra i protagonisti dell'inchiesta giornalistica Camorra Entertainment di Fanpage.it
Spariti coi soldi
Dopo aver parlato coi vigili, la donna prova a contattare Enzo Bambolina per chiedergli spiegazioni. "Ero arrabbiata – racconta – volevo capire cosa fosse successo e perché ero stata multata se io mi ero affidata completamente a lui. E gli ho chiesto almeno di ridarmi i soldi, visto che l'evento non c'era stato e non si erano nemmeno fermati nel negozio come prevedevano gli accordi. Lui mi ha detto di non preoccuparmi, che mi avrebbe richiamato il giorno successivo. E da allora non l'ho più sentito, mi hanno detto che è a Parigi…".