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Condannato a 16 anni Nicola Inquieto: era l’uomo di fiducia del boss Zagaria in Romania

Nicola Inquieto, l’imprenditore casertano accusato di essere uno dei principali prestanome di Nicola Zagaria e di aver costruito un impero in Romania riciclando i soldi dei casalesi, è stato condannato a 16 anni di reclusione. L’accusa aveva chiesto 18 anni. I suoi legali hanno annunciato di voler ricorrere in appello dopo aver letto le motivazioni.
A cura di Nico Falco
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Il party in Romania
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Sedici anni di reclusione, da scontare per essere stato l'uomo chiave degli affari del superboss Michele Zagaria in Romania, quando il sodalizio del Casalesi ha deciso di reinvestire i capitali illeciti nell'Europa dell'Est. Nicola Inquieto, originario di Casapesenna, in provincia di Caserta, ma da anni stabilitosi a Pitesti, in Romania, è stato condannato nel pomeriggio di oggi, 27 maggio, dal tribunale di Napoli Nord. L'imprenditore è stato estradato temporaneamente in Italia, l'Autorità Giudiziaria rumena ha concesso altri 60 giorni di proroga per attendere le motivazioni della sentenza. Nei confronti di Inquieto la pubblica accusa aveva avanzato una richiesta di confisca totale dei beni, accolta in pieno dai giudici. Nella scorsa udienza i pm D'Alessio e Giordano avevano chiesto la condanna a 18 anni di reclusione. I legali dell'imprenditore, gli avvocati Stellato e Marino, hanno annunciato che faranno ricorso in appello dopo aver consultato le motivazioni della sentenza.

Nicola Inquieto, 44 anni, era stato arrestato nell'aprile 2018 in Romania, in esecuzione di un mandato di arresto europeo spiccato dopo un'inchiesta della Dia: gli inquirenti sono convinti che i capitali usati per costruire resort e appartamenti e per aprire società a Pitesti siano quelli riciclati della camorra casalese. L'operazione portò al sequestro di 400 abitazioni, una spa di lusso e documenti bancari. L'imprenditore fu trasferito in Italia in via temporanea con un permesso della Corte di Cassazione di Bucarest e rinchiuso nel carcere di Secondigliano. Sarebbe dovuto rientrare in Romania a novembre scorso per altri procedimenti giudiziari, ma il termine era stato prorogato di altri sei mesi.

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