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Consegna cibo a Napoli, Della Notte: “Pizzerie Lungomare restano chiuse con queste regole”

Antonino Della Notte, titolare di Antonio e Antonio e presidente Aicast, a Fanpage.it: “Molte pizzerie del Lungomare di via Partenope resteranno chiuse lunedì. La maggior parte delle pizzerie non farà consegne a domicilio delle pizze con queste regole così stringenti. Subito un dialogo con la Regione per far ripartire il servizio ai tavoli. L’ordinanza regionale non concordata con i ristoratori”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“Molte pizzerie del Lungomare di via Partenope resteranno chiuse lunedì. La maggior parte delle pizzerie non farà consegne a domicilio delle pizze con queste regole così stringenti. Subito un dialogo con la Regione per far ripartire il servizio ai tavoli”. Commenta così Antonino Della Notte, titolare di diversi ristoranti-pizzerie sul Lungomare, come "Antonio e Antonio", nonché presidente nazionale dell'associazione dei commercianti Aicast, l'ordinanza regionale che autorizza lo sblocco del delivery da lunedì 27 aprile. “Non è escluso però – precisa Della Notte a Fanpage.it – che le cose possano cambiare in corso d'opera, se dalla Regione Campania dovessero arrivare messaggi di apertura con un alleggerimento delle norme dell'ordinanza sul delivery, che noi però non contestiamo, sia ben chiaro”.

Perché ci sono tante proteste per l'ordinanza che sblocca le consegne a domicilio?

Antonino Della Notte, presidente Aicast
Antonino Della Notte, presidente Aicast

“Credo che sia mancato il confronto tra la Regione Campania e tutti gli esercenti dei locali. Un dialogo che si sarebbe dovuto fare a monte, così si sarebbero capite le necessità dei gestori. Dall'altra parte, credo che alcune associazioni abbiamo fatto pressioni e richieste a Palazzo Santa Lucia per la riapertura del delivery, senza prima aver fatto un sondaggio tra i propri associati e anche un calcolo dei costi e benefici”.

Cosa non ha funzionato?

“Bisogna fare una premessa: aziende di ristorazione stanno soffrendo molto la crisi del Coronavirus. Perciò è legittimo che molti negli scorsi giorni abbiano chiesto di riattivare il servizio di consegna a domicilio. Molte imprese erano al limite e speravano in una ripartenza. D'altra parte, però, bisogna essere anche realisti e sapere che non tutti sono pronti ad offrire questo nuovo servizio. Tra costi di sanificazione e presidi medico sanitari obbligatori per i dipendenti, non ci sarà un grosso ritorno economico per molti. E sono pochissimi quelli che apriranno lunedì. Alcune associazioni di categoria hanno chiesto di riaprire per alcuni settori, senza probabilmente, avere prima fatto un sondaggio tra gli associati e un calcolo dei costi benefici”.

Che suggerisce adesso?

“Sono stato favorevole alla chiusura totale imposta da De Luca. Dopo Pasqua era possibile prevedere una riapertura. Ma serviva un confronto prima che non c'è stato. Non ci si può confrontare solo con medici e scienziati. Adesso, bisogna superare diatribe e polemiche e passare al dialogo con la Regione per far ripartire il servizio ai tavoli”.

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