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Consegna cibo in Campania, sfornate 60mila pizze nel primo giorno. Molti locali ancora chiusi

Nel primo giorno di riapertura del delivery in Campania c’è stato un boom di ordinazioni per le pizzerie. Massimo Di Porzio, presidente della Fipe: “Calcoliamo una media di 200 pizze per ciascuna delle 300 pizzerie che hanno aperto, per un totale di 60mila pizze. Siamo contenti, è un buon inizio”. Antonio Pace (Verace Pizza Napoletana): “Numeri incoraggianti”. Ma molti locali a Napoli sono rimasti chiusi, come i ristoranti del Lungomare di via Partenope: “Troppe restrizioni ancora”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Sessantamila pizze sfornate ieri sera nella prima giornata di delivery in Campania. Questi i numeri secondo Massimo Di Porzio, presidente della Fipe, la federazione dei pubblici esercenti: “Calcoliamo una media di 200 pizze per ciascuna delle 300 pizzerie che hanno aperto, per un totale di 60mila pizze. Siamo contenti, è un buon inizio”. Tanti i locali che hanno riaperto a Napoli dopo i 2 mesi di lockdown (qui l'elenco), anche se molti ristoratori hanno preferito restare chiusi, come sul Lungomare di via Partenope. Molti, infatti, non hanno condiviso la scelta degli orari, limitati alla sola sera (16-23) e le limitazioni sulle procedure di riapertura. Tra i locali aperti sul Lungomare, Vincenzo Capuano a piazza Vittoria.

Le associazioni dei pizzaioli: “Numeri incoraggianti”

Il boom delle ordinazioni arrivato ieri sera ha ridato fiato al settore. Molti clienti, infatti, non aspettavano altro dopo tanta attesa. A Napoli soprattutto la pizza è un'istituzione, e l'arte del pizzaiolo è stata dichiarata patrimonio Unesco. “Numeri incoraggianti – sottolinea Antonio Pace, presidente dell'associazione Verace Pizza Napoletana – che danno un segnale di speranza, anche se non risolvono il problema. Stimiamo abbia aperto solo il 30-40% delle pizzerie. Molti infatti non sono riusciti a sanificare per tempo i locali rimandando a domani la ripresa delle attività. Tuttavia quelli che lo hanno fatto stanno lavorando con numeri che definirei interessanti”. Il governo ha consentito con l'ultimo Dpcm del 26 aprile la possibilità dell'asporto, ossia il ritiro della pizza di persona nel locale: “Siamo pronti – dice Pace – le file si fanno già al supermercato e si possono fare ordinatamente in pizzeria. Chiediamo al governo di comprendere che il nostro settore sarà tra i più penalizzati dal virus, il turismo non tornerà prima di un anno. Nel frattempo chiediamo un contributo sui fitti, sulle tasse e un'apertura di credito a tassi bassissimi. Diversamente per noi la fase 2 non comincerà mai sul serio”.

Di Porzio (Fipe): “Tante richieste, accontentiamo tutti”

Le richieste sono state davvero tante, soprattutto margherite e marinare, confermano le associazioni di categoria: “Stiamo cercando di accontentare tutti – commenta Massimo Di Porzio, presidente della Fipe – anche chi ha chiesto una singola pizza. Lavorano molto le piccole pizzerie, quelle di quartiere. E ci chiamano tanti anziani cui portiamo la pizza fin sotto il portone. La gente sembra abbia voglia di riassaporare le cose semplici. Per l'asporto siamo pronti a far rispettare le distanze sarebbe un passo avanti”. Anche a Salerno molte pizzerie non hanno riaperto. Confesercenti Salerno ha stimato che il 60-70% delle attività è rimasta chiusa ed ha lanciato un appello per snellire la burocrazia: “Un eccesso di norme ma soprattutto un sovrapporsi di normative potrebbero scoraggiare e ridurre gli impatti su una ripresa ed una ripartenza coesa e decisa addirittura determinare la morte di decine di piccole e micro imprese familiari”.

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