
Tornano i fondi per i gruppi del Consiglio comunale di Napoli: 80mila euro di budget inseriti in un emendamento al bilancio 2019. Dopo anni di magra, i consiglieri possono tornare a spendere per le necessità di servizio degli uffici. Tra strette alla cinghia per la crisi e le ristrettezze del pre-dissesto, i fondi per il Consiglio negli ultimi tempi erano stati azzerati. Una situazione che aveva portato anche i gruppi consiliari ormai allo stremo. Senza toner e cartucce per le stampanti, privati perfino della carta e del sapone nei bagni. I rappresentanti dell'assise e i dipendenti erano costretti a rimetterci di tasca propria per le incombenze quotidiane dell'amministrazione. E così, a sorpresa, con l'ultimo bilancio di previsione approvato la settimana scorsa, è stato istituito un nuovo capitolo di spesa.
Con un emendamento di maggioranza firmato da Claudio Cecere di demA passato in extremis sul finire della seduta sul bilancio è spuntato un fondo bonus di 80mila euro per le necessità di consiglieri e uffici. Le risorse recuperate, in parte, da quelle destinate alla redazione della mappa per l’inquinamento acustico di Napoli, e, dall'altra, attinte dal budget del direttore generale Attilio Auricchio.
«Per quanto riguarda il capitolo di competenza del consiglio comunale – recita il testo dell'emendamento approvato – incrementare i capitoli di nuova istituzione denominati “acquisto beni di consumo gruppi consiliari” e “prestazioni di servizio gruppi consiliari” nel seguente modo: capitolo acquisto beni di consumo gruppi consiliari di + 40mila euro; capitolo prestazioni di servizio gruppi consiliari di + 40 mila euro. I relativi fondi potranno essere prelevati dai seguenti capitoli: redazione mappa acustica strategica -20mila euro; prestazioni di servizi direttore generale -60mila euro».
Negli ultimi anni, infatti, il plafond a disposizione dei consiglieri comunali si era progressivamente ridotto, fino ad arrivare a zero, lasciando i rappresentanti delle istituzioni e i loro uffici a stecchetto. Una penuria di risorse che ha messo in difficoltà anche lo svolgimento dell'attività quotidiana consiliare. Le conseguenze? Risme di fogli custodite gelosamente, difficile perfino stampare le delibere. Carenza cronica di articoli di cancelleria e altre risorse indispensabili. «Un emendamento – ha spiegato in Aula giovedì Manuela Mirra, presidente della commissione Bilancio – fatto per sopperire alla mancanza in consiglio di beni di consumo per i gruppi consiliari».
«È un ripristino minimo di fondi – chiarisce il presidente del Consiglio comunale, Sandro Fucito – che una volta ammontavano a 400mila euro. Una struttura con 40 eletti non è pensabile non abbia dotazioni minime». Da anni, in Consiglio si pensava di reintrodurre un minimo di budget per poter svolgere l'attività di servizio. La svolta è arrivata con l'ultimo bilancio triennale dell'era de Magistris.
