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Covid 19

Perché la Campania ha bloccato gli ambulatori degli ospedali

La Regione Campania blocca le prestazioni ambulatoriali causa Coronavirus. Perché? Gli ambulatori si trovano spesso all’interno di strutture ospedaliere, dove è difficile controllare gli accessi. Le sale d’attesa non sono ancora attrezzate secondo le nuove direttive: non è possibile rispettare la distanza dei 2 metri e non hanno ancora i dispenser con disinfettante. Vertice della task force Covid19 con i prefetti.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Ambulatori spesso localizzati all'interno degli ospedali, in luoghi dove è difficile regolare e controllare gli accessi e c'è rischio di promiscuità con altri pazienti. Locali che spesso sono sprovvisti di sale di attesa idonee ad assicurare il metro di distanza indicato dal Ministero della salute, oppure ancora non sono dotati dei dispenser per l'erogazione dei gel disinfettanti come prescritto dalla normativa. Sono solo alcuni dei motivi che hanno spinto la Regione Campania a sospendere da oggi al 18 marzo le attività ambulatoriali nelle Aziende Ospedaliere della Campania, nonché nei presidi ospedalieri delle Asl, comprese quelle erogate dalle case di cura private accreditate. Gli altri ambulatori, invece, come quelli dei medici di base o dei medici specialisti, restano aperti.

Riunione urgente della task force dell'emergenza con i Prefetti

La circolare, firmata dall'avvocato Antonio Postiglione, è stata inoltrata questa mattina ai direttori generali e ai commissari di Asl, Aziende Ospedaliere e Aziende Universitarie e all'Irccs Pascale e i presidi ospedalieri delle Asl della Campania. Molte prestazioni programmate, eccetto quelle urgenti, previste per stamattina sono state sospese o rinviate. Una riunione urgente della task force sanitaria regionale per l'emergenza Coronavirus è stata convocata assieme ai prefetti della Campania proprio in queste ore, dove Postiglione spiegherà i motivi della decisione.

Negli ambulatori in ospedale difficile rispettare le distanze

Il provvedimento di Palazzo Santa Lucia arriva all'indomani del decreto del Governo che ha stretto la morsa sulle misure urgenti per il Coronavirus ed ha disposto la sospensione delle lezioni in scuole e università. Nelle note inviate all'inizio di questa settimana sulle direttive ministeriali per la prevenzione da diffusione Coronavirus inoltrate a tutte le strutture sanitarie della Campania, tra le varie disposizioni figurano quella di regolamentare gli afflussi di pubblico, così da evitare il sovraffollamento nei locali e negli spazi di maggiore accoglienza. Garantire la continua aerazione dei locali con particolare attenzione a quelli con maggior presenza di pubblico. Predisporre e posizionare appositi dispenser per la disinfezione. Tra le altre misure precauzionali anche quella di stampare a colori i documenti allegati al decalogo dell'Istituto Superiore di Sanità e le informative aziendali relative al sistema di prenotazione Cup e ai tempi di attesa per le visite ambulatoriali e gli esami diagnostici, da esporre, poi, in modo ben visibile. Ai direttori dei presisi ospedalieri è stato demandato il compito di affiggere i cartelli che regolamentano gli accessi dei visitatori nei reparti. Un'operazione complessa, non semplice da imbastire in pochi giorni, che in molti ambulatori ha tenuto impegnato personale sanitario agli ingressi per smistare gli arrivi, distogliendolo da altre occupazioni.

Vertice con i Prefetti: allerta sugli eventi in locali privati e discoteche

Da qui, il provvedimento di sospensione delle prestazioni ambulatoriali emanato dalla Regione Campania, in vigore, però, come detto, solo per gli ambulatori che si trovano all'interno di ospedali o cliniche private e limitato solo alle prestazioni ambulatoriali programmate non urgenti, come le visite oculistiche o alcune visite di controllo. Dalla riunione della task force con i prefetti è emerso che in Campania, al momento, non ci sono problemi di ordine pubblico legati all'emergenza Coronavirus. Resta alta comunque la soglia di attenzione sull'organizzazione di eventi privati. Arrivano ancora richieste ad esempio per organizzare feste in discoteca o altri locali, dove si concentrano numerose persone in luoghi chiusi, aumentando la possibilità di contagio. Eventi che sono difficili da controllare.

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