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Covid 19

Campania, medici volontari da Napoli al Nord: il piano

Tamponi in Campania per il Coronavirus fatti dai medici volontari a casa dei contagiati in quarantena. Ecco il progetto approvato dai sindacati dei medici di famiglia (Fimmg, Snami, Smi, Intesa sindacale) e dal Comitato Regionale ex art. 24 ACN di Medicina Generale e presentato alla task force per la crisi Covid-19. Il piano, previsto dal Dl 14 del 9 marzo 2020, prevede l’istituzione di 120 presidi di Unità Speciale di Continuità Assistenziale (Usca), uno ogni 50mila abitanti.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Tamponi di massa per il Coronavirus in Campania fatti dai medici volontari a casa dei contagiati in isolamento, con verifiche sia nella fase iniziale, quando compaiono i primi sintomi o c'è un caso sospetto, che in quella successiva alla degenza, per verificare l'effettiva guarigione, che secondo la normativa deve essere certificata prima di poter uscire di nuovo di casa. Per coprire tutta la popolazione di 6 milioni di abitanti della Campania occorreranno 120 presidi di Unità Speciale di Continuità Assistenziale (Usca), uno ogni 50mila abitanti. I medici volontari monitoreranno i pazienti che non necessitano di ricovero perché non gravi, seguendo tutto il corso della malattia, direttamente a casa, senza farli spostare dal proprio domicilio”. È questo il piano per il potenziamento del Sistema Sanitario in Campania contro il Coronavirus approvato dal Comitato Permanente Regionale ex art. 24 ACN di Medicina Generale, dove siedono i sindacati dei medici di medicina di base (Fimmg, Snami, Smi, Intesa sindacale) e la parte pubblica il 17 marzo scorso e presentato alla task force di crisi della Regione Campania per l'emergenza. Si tratta di uno schema di proposta, quindi, che dovrà essere discusso prima di diventare eventualmente effettivo. Nell'attesa di una legge regionale sulle Usca anche in Campania, le Asl intanto si stanno attrezzando autonomamente per reclutare i medici per fare la sorveglianza dei pazienti in quarantena domiciliare.

Il piano per la campagna di screening di massa per la Campania

Il Governo con il Decreto Legge 14 del 9 marzo 2020 ha istituito le Unità Speciali di Continuità Assistenziale per potenziare il Sistema Sanitario Nazionale in modo da fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Per poter monitorare soprattutto il grande numero di contagiati che sono in quarantena a casa, infatti, c'è bisogno di un gran numero di medici. Il decreto dà la possibilità ad ogni Regione di poter reclutare medici di medicina generale, di continuità assistenziale, del 118, pediatri, ma anche medici di base specializzandi e neolaureati in medicina e chirurgia già iscritti all'ordine dei medici. Aperta a tutt'Italia, ma accordando una preferenza al personale del territorio. Questo personale dovrebbe supportare i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl per effettuare “la Sorveglianza attiva e la Gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid 19 che non necessitano di ricovero ospedaliero”. Alcune Regioni, come le Marche, sono già partite. La Campania ancora no, ma i medici di base hanno presentato un progetto.

I medici volontari potranno fare i tamponi a casa

Il progetto approvato in Campania dai sindacati dei medici di base e dal comitato ex articolo 24 prevede che i volontari dell'Usca si occupino della “sorveglianza dei positivi che sono in isolamento a casa, la sorveglianza sanitaria dei contagiati asintomatici e pauci-sintomatici che non necessitano di ricovero ospedaliero. La gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid 19 che presentano una sintomatologia in cui non sia necessario il ricovero”. Infine, “la procedura per la definizione di paziente guarito da Covid 19 e quelle per la diagnosi di guarigione completa”, che deve essere certificata alla fine come prevede la circolare regionale dell'11 marzo 2020. Sempre ai volontari è demandata la “sorveglianza di un caso sospetto di cui sia stata attivata la scheda Triage ad opera del medico di medicina generale o dell'Operatore di Sanità Pubblica”. I medici volontari potranno fare i tamponi a casa: “Nel caso sospetto in cui la condizione e il requisito di accesso sia stata identificata attraverso la valutazione del Triage del Medico di Medicina Generale o dell'operatore di Sanità Pubblica, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale eseguono il test diagnostico domiciliare su attivazione del Servizio di Sanità Pubblica che coincide con il Sep o altre articolazioni del Dipartimento di prevenzione”. In pratica il medico di famiglia, il pediatra o il medico di continuità assistenziale comunicherà ai volontari dell'Usca i soggetti positivi individuati con il Triage telefonico, che dovranno essere monitorati.

Il progetto: in Campania 120 presidi per i tamponi domiciliari

“La Campania – prosegue il documento dei sindacati dei medici di base – prevede un numero di 120 Usca”. Ad ogni medico volontario per lo svolgimento delle attività previste a domicilio del paziente deve essere garantita la dotazione di DPI, mascherina Ffp2-Ffp3, tuta monouso a maniche lunghe, visiera protettiva, guanti monouso, calzari. Nonché la formazione obbligatoria sulla adozione dei dispositivi per garantire procedure corrette e di sicurezza. La modalità di procedure per l'esecuzione dei test e l'appropriata sede di decontaminazione nonché il trasporto con mezzi idonei”.

Le Marche hanno già istituito i presidi

Le Marche hanno già istituito le Usca il 16 marzo scorso, con decorrenza dal 19 marzo, aprendo l'avviso per il reclutamento dei volontari: medici titolari o supplenti di continuità assistenziale, i medici che frequentano il corso di formazione specifica di medicina generale, in via residuale i laureati in medicina e chirurgia abilitati e iscritti all'ordine di competenza. Le Usca saranno aperte 7 giorni su 7 (8-20), ai medici andrà un compenso lordo di 40 euro all'ora. I volontari avranno un contratto a tempo determinato e potranno essere iscritti agli elenchi della Guardia Medica e occupati fino alla fine della durata dello stato di emergenza. Per gli specializzandi le ore di attività svolte saranno considerate come attività pratiche da scalare dal monte ore complessivo previsto per il corso di specializzazione di medicina generale.

Le difficoltà in Campania per attuare il piano

Il piano per le Usca in Campania è attualmente all'attenzione della task force regionale. Ma ci sono alcune difficoltà di attuazione. Tra queste, il reperimento delle attrezzature Dpi, l'individuazione del luogo dove saranno di base i medici volontari. Serviranno infatti dei locali spogliatoi per indossare i Dpi, che poi al termine della visita domiciliare dovranno essere sanificati. Tra le ipotesi c'era quella di utilizzare gli uffici della guardia medica, ma è stata scartata per la tempistica di poter disinfettare i locali in tempo per i turni notturni. Altra ipotesi sono le tende di protezione civile. Una per distretto. Altro problema riguarda i veicoli che devono essere utilizzati per le visite domiciliari, anche questi da disinfettare.

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