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Covid 19

“Assenze o no, al Cardarelli lavoriamo senza sosta contro il Coronavirus”

“Il Cardarelli è deserto. Ambulatori e intramoenia chiusi. Funziona solo il Pronto Soccorso, ma arrivano solo casi gravi. Non ci sono più le file di due mesi fa”. Lo racconta Gaetano Sannino, infermiere del Cardarelli da 40 anni, del reparto di Neurochirurgia, dove il primario è risultato contagiato da Coronavirus. Intanto, l’azienda ospedaliera avvia l’indagine sui medici assenti durante il periodo dell’emergenza.
Intervista al Dott. Gaetano Sannino
Infermiere professionale del reparto di Neurochirurgia dell'Ospedale Cardarelli
A cura di Pierluigi Frattasi
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Al Cardarelli si continua a lavorare. Io sono di turno oggi. Non è vero che qui i dipendenti sono tutti malati immaginari. Abbiamo avuto molti casi di primari contagiati da Coronavirus in questi giorni. Ora sono ricoverati al Cotugno o al Nuovo Policlinico. La situazione è difficile. I ricoveri sono ridotti all'osso. Il Pronto Soccorso funziona, ma arrivano solo casi gravi, non ci sono le file di due mesi fa. Gi ambulatori sono tutti chiusi, si fanno solo gli interventi urgenti come quelli oncologici, ematologici e di natura cardiologica. Sospesi anche gli intramoenia. Nei reparti si operano solo i casi gravi, che purtroppo continuano ad arrivare. Proprio oggi sarà operata una ragazza che si è lanciata giù”. Non ha dubbi Gaetano Sannino, infermiere professionale del reparto di Neurochirurgia dell'Ospedale Cardarelli, in oltre 40 anni di servizio una situazione simile nel più grande nosocomio del Mezzogiorno non l'aveva mai vista. Neanche ai tempi del colera.

Negli ultimi giorni, anche il Cardarelli è stato fortemente colpito dai contagi da Coronavirus, che non hanno risparmiato nemmeno i primari, come il direttore di Neurochirurgia Pasquale Caiazzo, il cui caso è emerso alcuni giorni fa. La pandemia da Covid-19 ha di fatto svuotato il Cardarelli che oggi è quasi deserto. Intanto, è scattata anche l'indagine interna per assenteismo, dopo le denunce via social del primario di Cardiologia Ciro Mauro che negli scorsi giorni ha acceso i riflettori sul numero alto di assenze tra i colleghi durante il periodo dell'emergenza.“La Direzione Strategica – fa sapere in una nota il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo – ha già disposto l’avvio di un’indagine interna mirata ad analizzare ogni singolo caso di malattia. Esaminare caso per caso servirà ad accertare le irregolarità, ma anche a tutelare quanti sono legittimamente a casa per comprovate ragioni di salute. Massimo rigore ove risultassero irregolarità. Useremo il massimo rigore – sottolinea Longo – ma non passi il messaggio che tutti i dipendenti del Cardarelli sono dei “malati immaginari”.

Sannino, ma al Cardarelli in questi giorni c'è carenza di personale?

“No, al Cardarelli si sta lavorando, in condizioni anche più difficili, come si può immaginare. Io sono di turno proprio oggi pomeriggio. Certo pesano le assenze per malattia di medici e infermieri. Mentre alcuni dipendenti, come gli immunodepressi, sono stati mandati a casa appena è iniziata l'epidemia, come previsto dai decreti del Governo, come forma di prevenzione, perché più esposti al rischio di contagio. Ma è anche vero che il lavoro si è ridotto moltissimo. Il numero di accessi ha avuto un crollo. Vengono solo casi seri e gravi e si operano solo quelli. La gente ha paura e viene solo se ha veramente qualcosa di serio”.

Come sta funzionando il Cardarelli oggi?

“Funzionano normalmente i reparti di Medicina, le Chirurgie, ma si fanno solo interventi di urgenza, tutti gli altri programmati sono stati rinviati a data da destinarsi. Sono sospese anche tutte le attività di intramoenia, anche gli interventi a pagamento nella Palazzina M sono stati spostati. Questo è il problema che avvertono di più le persone. Il Pronto Soccorso funziona e bisogna dire che arrivano solo casi con problemi seri che vengono trattati. Le sale piene, le attese, che c'erano un paio di mesi fa non si vedono più”.

I pazienti stanno arrivando lo stesso in ospedale nonostante le limitazioni agli spostamenti?

“Stanno continuando ad arrivare casi gravi purtroppo. Nel nostro reparto non facciamo entrare più familiari. Chi vuole un colloquio può parlare telefonicamente negli orari stabiliti con il medico di turno. A Neurochirurgia attualmente si fanno solo gli interventi di estrema urgenza. Chi ha un'emorragia intracerebrale, un aneurisma cerebrale, un ematoma cerebrale viene operato. Adesso abbiamo in trattamento una ragazza del napoletano che si è lanciata giù e deve essere operata con urgenza”.

Cosa succede se arriva un caso sospetto di Coronavirus?

“Viene accompagnato subito alle tende che sono all'esterno dove gli viene fatto il tampone. Se risulta positivo viene inviato al Cotugno. Dopodiché il Pronto Soccorso rimane chiuso, viene sanificato e riapre di nuovo. Analogamente, quando si sono verificati casi sospetti nei reparti, come avvenuto in Neurochirurgia, Cardiologia e in Decima Medicina, i pazienti ricoverati sono stati spostati, per la sanificazione degli ambienti, e poi sono rientrati. Ma chi ha problemi di carattere respiratorio non deve venire al Pronto Soccorso o in Ospedale, dovrebbe chiamare il 112 o il 118 e restare in isolamento a casa nell'attesa dell'intervento dell'ambulanza”.

Ma c'è un problema di mancanza di personale?

“No, anche perché le prestazioni si sono ridotte tutte moltissimo. Prima si facevano centinaia di prelievi ed esami al giorno. Adesso sono una decina. Nell'ufficio dove si prendono i ticket per le visite in una giornata si sono incassati 20 euro. Prima c'erano file interminabili, perché funzionavano tutti gli ambulatori, ora funzionano solo alcuni come oncologia, ematologia e quelli che fanno i controlli per i pacemaker”.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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