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Covid 19

Morti Coronavirus a Napoli, le norme: tamponi ai deceduti e bare subito sigillate

Ecco le direttive dell’Asl Napoli 1 Centro impartite a tutti gli ospedali per gestire i ricoverati deceduti per il Coronavirus. Tamponi post-mortem, periodo di osservazione ridotto a 20 minuti, invece delle consuete 24 ore. Cassa subito sigillata, il cadavere deposto con gli stessi vestiti. Niente visite prima della sigillatura e trasporto diretto al cimitero o al crematorio. Vietata l’imbalsamazione. Misure straordinarie di sicurezza a tutela di operatori sanitari, onoranze funebri e parenti.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Tamponi post-mortem ai ricoverati deceduti in ospedale contagiati dal Coronavirus e anche ai casi sospetti che arrivano già morti. Periodo di osservazione ridotto a 20 minuti, con accertamento tramite elettrocardiogramma continuo, invece delle consuete 24 ore. Prima della sigillatura della cassa niente camera ardente e visita di familiari (comunque, massimo due alla volta). Trasporto diretto della salma al cimitero o al crematorio per l'inumazione o l'incenerimento, senza il passaggio in chiesa, come avveniva prima, perché i funerali sono stati bloccati. Vietata anche l'imbalsamazione. Le salme non potranno essere spogliate e rivestite, dovranno essere deposte nella cassa con quello che indossano. Ecco le nuove direttive dell'Asl Napoli 1 Centro per tutti gli ospedali del territorio, emanate il 23 marzo scorso, che seguono le indicazioni della Regione Campania per tutti i decessi da Coronavirus negli ospedali campani del 20 marzo a tutte le Asl, Uo di Medicina Generale e Presidi Ospedalieri.

Coronavirus considerato come la peste

Per trattare i decessi da Coronavirus, infatti – in Campania ad oggi i morti sono 56 – occorrono speciali misure di cautela, volte a salvaguardate la salute degli operatori sanitari, delle onoranze funebri e dei familiari dal rischio contagio. “L'infezione da Covid-19 – specifica la circolare della “Direzione Generale per la tutela della Salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale” della Campania del 20 marzo sulle attività necroscopiche ospedaliere per l'emergenza Coronavirus, firmata dal direttore generale Antonio Postiglione e dal dottor Angelo D'Argenziorientra tra le malattie inserite nella classe prima del decreto ministeriale del 15 dicembre 1990 (influenza con isolamento virale)”. Si tratta delle malattie per le quali si richiede denuncia immediata al Ministero della Salute. Nella stessa classe rientrano la peste, il colera, l'ebola, la febbre gialla, la poliomielite e la difterite. Mentre nella seconda classe ci sono le epatiti e la meningite.

Ecco tutte le misure disposte dall'Asl 1 di Napoli per i decessi da Coronavirus, nella circolare del Dipartimento Attività Ospedaliera a tutti i direttori degli ospedali.

Deceduti per Covid-19, periodo osservazione ridotto a 20 minuti

Per i pazienti positivi al Coronavirus ricoverati in ospedale, nonché per i casi sospetti o di infezione non ancora confermata ricoverati, in caso di decesso si procederà subito “all'accertamento strumentale della morte mediante elettrocardiogramma continuo per 20 minuti, eliminando la necessità del tempo di osservazione della salma”. La Regione Campania, infatti, ha disposto la riduzione del periodo di osservazione e l'immediata chiusura della cassa. Normalmente, invece, secondo il Dpr 285/90, la salma non può essere chiusa in cassa, sottoposta ad autopsia, in celle frigorifere, inumata, tumulata o cremata, prima di 24 ore, che diventano 48 in caso di morte improvvisa, in modo da diradare i dubbi su possibile morte apparente.

Tamponi post-mortem ai ricoverati deceduti

La salma è considerata “contagiosa”, quindi viene eseguito il tampone faringeo dal personale della camera mortuaria, che deve essere dotato dei dispositivi di protezione individuale (DPI), come occhiali, visiera, mascherine, camice, tuta completa, guanti monouso. Per il Covid-19 in aggiunta alle protezioni standard sono obbligatori il camice monouso e gli occhiali di protezione. Massima cautela anche per la deposizione del cadavere nella cassa. La salma deve essere deposta con gli indumenti che indossa, avvolta in un lenzuolo imbevuto di soluzione disinfettante.

Casse subito sigillate, niente visite prima

“Non è consentito – spiega l'Asl 1 – l'allestimento di camera ardente, tanto meno la visita della salma a congiunti prima dalla sigillatura della cassa. Eventuali problematiche specifiche di trasporto salma fuori regione o all'estero, particolari esigenze culturali e religiose andranno discusse caso per caso, anche con il coinvolgimento del Ministero della Salute”. Mentre la Regione specifica che “presso le camere ardenti ospedaliere e private, le estreme onoranze al defunto potranno avvenire con la presenza nel locale di non più di 2 persone, ponendo cura a che nella sala di attesa vi sia spazio sufficiente per garantire una idonea distanza tra le persone in attesa”.

Le regole per i casi sospetti deceduti che arrivano in ospedale

Cosa succede invece per le salme che arrivano in ospedale con infezione sospetta o deceduti senza assistenza medica e per quelle per le quali non è chiara la morte? L'Asl consiglia sempre il tampone faringeo e la conservazione in cella frigorifera. La salma sarà poi deposta avvolta in lenzuolo imbevuto di disinfettante, in un doppio sacco impermeabile o in una doppia cassa zincata, senza rimozione di abiti né di cateteri-cannule dal letto a una lettiga. Quindi va decontaminata la lettiga comprese le ruote, prima del trasferimento nelle sale mortuarie locali. La salma viene poi trasportata, cremata o inumata come da regolamento per le malattie infettive diffusive. “Non sono consentiti trattamenti conservativi e imbalsamazione”.

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