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Covid 19

Tutti a casa per Coronavirus. E i senzatetto? a Napoli ce ne sono mille in strada

Il Governo ha lanciato l’appello “restate a casa” per il Coronavirus. Ma chi una casa non ce l’ha? A Napoli sono circa mille i senzatetto, ma molti rifiutano l’accoglienza. Il Comune ha sanificato i dormitori pubblici e fornito le mascherine al personale. Ma al Centro di Prima Accoglienza di via De Blasis la mattina chiude e ci sono solo 14 dipendenti. La Cisl Fp: “Apriamo i dormitori h24”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Per fronteggiare il contagio da Coronavirus la parola d'ordine del Governo è “Restate a casa”. Anche a Napoli ci si sta adeguando e già ieri sera la città era deserta. Ma chi una casa non ce l'ha? Cosa si sta facendo per i tanti senzatetto che non sanno dove andare e che dovrebbero restare in un posto al caldo per evitare il contagio? Ieri sera, molti di loro erano ancora in strada, come nel centro storico, lungo via Toledo. I senzatetto a Napoli sono circa un migliaio, ma molti rifiutano l’accoglienza, come in ogni periodo dell’anno. Il Comune ha sanificato i dormitori pubblici, fornito le mascherine al personale e i servizi stanno andando avanti regolarmente. Ma non mancano le difficoltà: molti centri di accoglienza sono chiusi la mattina e hanno poco personale.

Centro di accoglienza comunale chiuso la mattina e con poco personale

In città sono 8 i dormitori censiti, quello più grande è l'ex dormitorio pubblico di via De Blasis, oggi Centro di Prima Accoglienza, con 120 posti letto, gestito direttamente dal Comune. Ogni giorno è frequentato da circa 60 persone senza dimora. Ma la mattina è chiuso, resta aperto solo dalle 14,30 alle 8 del mattino successivo, e sconta una forte carenza di personale: ci sono solo 14 addetti. Ci sono poi gli altri centri di accoglienza notturna convenzionati La Palma e La Tenda, per un totale di 270 posti letto, e fino al 30 marzo sono sempre aperte le stazioni di Municipio e Museo anche la sera, per ospitare i clochard. I servizi funzionano regolarmente. A questi si aggiungono i dormitori della Caritas o gestiti da istituiti religiosi, cooperative e associazioni di volontariato. Complessivamente, i centri che offrono servizi a senzatetto, anziani soli e persone bisognose, censiti in tutta la città sono 64. Alcuni offrono solo la mensa o il guardaroba, altri hanno anche docce, dormitori, assistenza legale, psicologica e sanitaria. Sono poi attive due Unità Mobili su strada, una di Gesco, che copre le Municipalità I, V e IX, l'altra di Camper Onlus che copre le altre Municipalità, che intervengono in situazioni di massima urgenza per i senza dimora che necessitano di un intervento sociale immediato.

Dal Comune sanificazioni di locali e mascherine agli operatori

Da quando è scoppiata l'epidemia di Coronavirus, il Comune di Napoli in questi giorni ha provveduto a sanificare tutti i locali e a fornire le mascherine ai dipendenti del Centro di Prima Accoglienza municipale di via De Blasis 10 ogni giorno ospita circa 120 persone disagiate, spesso senzatetto, che fanno il loro ingresso alle ore 15, cenano alle 18, dormono, e poi vanno via la mattina successiva. L'ex dormitorio offre mensa a colazione e cena, docce, assistenza psicologica e accompagnamento in strutture sanitarie.

La proposta della Cisl Fp: “Aprire i dormitori H24”

“Il centro di prima accoglienza del Comune – spiega Agostino Anselmi, Cisl Fp – attualmente ha un organico di circa 15 dipendenti. Di questi 9 sono addetti all'assistenza e 5 amministrativi. Servirebbero, invece, almeno 40 dipendenti. Il Cpa ha 4 piani, per ciascuno dovrebbero esserci 2 dipendenti che assistono gli ospiti. Ma invece di 8 lavoratori ce ne sono disponibili solo 3 per turno. Supportati da personale della Coop 25 giugno e di Gesco, che però svolge altre mansioni. Uno dei piani peraltro è stato chiuso, mentre l'ascensore è guasto da un mese. Come Cisl chiediamo che in questo periodo di emergenza siano intensificate le attività e i controlli. Bisogna aprire il centro H24 per consentire anche a queste persone che non hanno casa di stare al caldo. E che si facciano controlli sanitari, come il rilevamento della febbre e i tamponi sugli ospiti. Va potenziato anche il personale, ma non solo per l'emergenza”.

Comunità Sant'Egidio: aiutare di più le persone fragili

Intanto, dalla Comunità di Sant'Egidio Napoli arriva l'appello ad “aumentare, nel rispetto del nuovo decreto, il monitoraggio di anziani, senza dimora, persone con disabilità, che sono i soggetti più a rischio in questi giorni. Per vincere il contagio e la paura c'è bisogno di più solidarietà. I volontari della Comunità di Sant'Egidio di Napoli continueranno a visitare anche le persone che vivono per strada portando loro non solo il cibo ma anche prodotti utili per proteggersi dal contagio (come gel e fazzolettini per disinfettarsi). Chi vuole può contribuire preparando pasti oppure raccogliendo generi utili, come alimentari, gel igienizzanti e fazzoletti di carta”.

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