Bufera sul Comune di Aversa, in questi giorni impegnato nelle Elezioni Comunali e nell'imminente turno di ballottaggio per il sindaco. Canoni mai riscossi e occupazioni abusive nelle case popolari al Parco San Lorenzo, conosciuto anche come il “Bronx”, arriva la stangata della Corte dei Conti della Campania. La Procura contabile contesta un presunto danno erariale da 2,7 milioni di euro per il periodo 2009-2013, su un buco accertato, però, da oltre 16 milioni cominciato già all'inizio degli anni '90, di cui gran parte è andata in prescrizione, per “la cattiva gestione di 136 alloggi comunali popolari in via San Lorenzo, quasi tutti occupati abusivamente e per i quali non sono mai stati riscossi i relativi canoni di locazione”. Il Comune della Campania Felix avrebbe saputo, secondo i pm, ma non si sarebbe mai impegnato fattivamente per recuperare le somme o liberare gli alloggi. Adesso, la Corte dei Conti chiama a rispondere gli amministratori. Indagati due ex sindaci, due ex assessori al Patrimonio e tre dirigenti al Patrimonio, di cui anche quello attuale.
I nomi degli indagati
L'inchiesta è condotta dal viceprocuratore generale Ferruccio Capalbo, sotto il coordinamento del Procuratore regionale Michele Oricchio, e delegata alla Guardia di Finanza di Aversa. Nello specifico, sono in corso di notifica gli inviti a dedurre per gli ex sindaci Domenico Ciaramella (2002-2012) per 501.142 euro e Domenico De Cristofaro (2016-2019) per 301.142 euro. Gli ex assessori al Patrimonio Romilda Balivo (2010-2012) per 301.142 euro e Nicolina Virgilio (2012-2014) per 301.142 euro. I dirigenti dell'Ufficio Patrimonio Florio Elio (2008-2011) per 451.142 euro e Alessandro Diana (2012-2015) per 591.142 euro e Stefano Guarino, dirigente ad interim del Patrimonio (2015-2017 e dal 2017 a oggi) per 251.142 euro. Tutti i soggetti coinvolti avranno 45 giorni di tempo per presentare le proprie controdeduzioni.
Corte dei Conti, bufera su Aversa
“Dagli accertamenti effettuati – scrive il pm – è emerso comprovato che per un lunghissimo arco temporale non sono stati riscossi i canoni dovuti per numerosi cespiti di proprietà del Comune”. Si tratta del parco San Lorenzo, in via San Lorenzo 75, composto da case comunali che secondo la procura contabile però non potevano essere assimilate all'edilizia residenziale pubblica, “non rientrando gli alloggi nell'ambito di un piano di edilizia residenziale pubblica exx legge 513 del 1977, né essendone stata finanziata la costruzione con i fondi ex legge 457 del 1978, con la conseguente necessità di applicare ai fini della quantificazione dei canoni, la legge 392 del 1978 sulla disciplina della locazione degli immobili urbani”, così come prendeva atto la giunta comunale con delibera 1423 del 1989.
“Nonostante i chiari indirizzi forniti dal consiglio comunale – scrive il pm – i 136 alloggi in esame risultano tutti occupati sine titulo da parte di soggetti peraltro sistematicamente morosi. Nonostante fosse stata approvata la graduatoria degli assegnatari, sono stati stipulati solo 96 contratti dei quali 94 tra il 1989 e il 1990 per la durata di un solo anno, 2 tra il 1995 e il 1997 per la durata di 4 anni”.
Contratti che “non sono stati mai rinnovati” e che tra l'altro prevedevano “una clausola risolutiva espressa per il caso in cui l'assegnatario non pagasse il canone nei termini fissati o fosse comunque moroso nei confronti del Comune. Circostanza quest'ultima verificatasi sistematicamente, attesa la risalente morosità connotante tutti gli occupanti gli immobili, a fronte della quale il Comune non ha intrapreso alcuna iniziativa finalizzata a un reale recupero, fino all'intervento della delegata Gdf”.
In definitiva, “dei 136 alloggi, 102 sono occupati da soggetti privi di titolo, 34 sono occupati anch'essi sine titulo da soggetti che pur avendo sottoscritto un contratto a inizio anni '90 non solo non lo hanno mai rinnovato, ma è comunqueeda ritenersi risolto in ragione della clausola risolutiva per morosità. Per tutti c'è una sistematica e risalente morosità nel pagamento dei canoni e delle indennità dovute al Comune per le indebite occupazioni”.