La Napoli Sotterranea affittata a 9.700, a fronte di un canone di locazione che sarebbe dovuto essere di quasi 100mila euro. Senza titolo il Cinema Metropolitan di via Chiaia: dal 2008 avrebbe dovuto versare 366mila euro all'anno. Locali di proprietà demaniale o comunale gestiti da privati con canoni a prezzi stracciati o addirittura gratis, a fronte di ingenti introiti dalle attività commerciali finiti nel mirino della Corte dei Conti. Sono 30 le ex cavità di proprietà del Demanio al centro dell'inchiesta del viceprocuratore generale Marco Catalano, indagini delegate al I Gruppo Napoli della Guardia di Finanza, per un presunto danno erariale da circa 30 milioni di euro.
Nove i dipendenti del Demanio destinatari degli inviti a dedurre. I direttori di Agenzia Cesare Sarchiapone (2006-2008), Roberto Di Giannantonio (2008-2010), Dario Di Girolamo (2013-2016), Edoardo Maggini (dal 2017), il vicedirettore Cristian Torretta, i collaboratori Fulvio Ciardiello, Tiziana Toniutti, Pierpaolo Russo, Gianluca Laferola. Adesso, avranno 45 giorni di tempo per presentare le proprie controdeduzioni e chiarire «i motivi per i quali non hanno proceduto, ciascuno per il periodo di permanenza nella rispettiva carica, alla regolarizzazione delle occupazioni ovvero alla richiesta di corresponsione dei canoni adeguati in conseguenza dell’utilizzazione da parte di privati degli ex rifugi antiaerei».
Un vero e proprio tesoro nel sottosuolo che frutta ogni anno centinaia di migliaia di euro ai gestori, di cui poco o nulla, secondo la Corte dei Conti, sarebbe finito però nelle casse pubbliche. Si tratta degli ex ricoveri antiaerei utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale per proteggersi dai bombardamenti e poi passati al Demanio dello Stato dal 1948, fino ad arrivare in proprietà al Comune di Napoli dal 2015 in poi, grazie alla legge sul federalismo demaniale, anche se per 27 locali su 30 il trasferimento non è stato formalizzato. Solo per 3 locali c'è stato il provvedimento di attribuzione da parte dell'Agenzia – Napoli Sotterranea, Parcheggio Morelli e il Tunnel Borbonico – sebbene, sottolinea il pm, «con prezzo irrisorio».
Delle trenta cavità sotto inchiesta, una ventina sono garage e autorimesse, una decina circa invece sono locali ad oggi adibiti a scopi turistici o ad altre attività commerciali.
Per l'Associazione Culturale Napoli Sotterranea, in piazza San Gaetano 68, come detto, il canone pattuito era di 9.700 euro a fronte di un canone di mercato stimato dalla Procura in 93.374. L'attuale convenzione scade nel 2020. Per l'Associazione Borbonica Sotterranea di via Morelli (Tunnel Borbonico) vi è una concessione demaniale scaduta il 31 dicembre 2015, il canone pattuito era di 6.400 euro, a fronte di un canone di mercato di 69.962 euro. Stessa cifra per l'ex ricovero 39, che secondo le carte del Comune si dipana sotto via Toledo fino a piazzetta Augusteo per 14.800 metri quadrati, utilizzato a fini turistici dall'Associazione Napoli e la Città Sotterranea in assenza, però, secondo la Procura contabile, di «alcun titolo di proprietà o comunque abilitante». La Napoli Sotterranea di Vico Sant'Anna di Palazzo, gestita da Laes. C'è poi il “Museo del Sottosuolo” di piazza Cavour con l'antico acquedotto greco-romano, gestito a fini turistici da “In Neapoli associazione per il sottosuolo tecnici napoletani”: anche in questo caso manca alcun titolo di proprietà o abilitante. Quindi, l'Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus di piazzetta Pietrasanta 17-19, per la quale è stato stimato un canone di 69.962 euro. E ancora, il Cinema Metrolitan di via Chiaia 149, senza titolo, per il quale viene stimato un canone di 366mila euro all'anno. E il Parcheggio Morelli di via Domenico Morelli, per il quale c'è un'indagine a parte.
I nomi di tutte le strade con box e garage
Per quanto riguarda le altre cavità, utilizzate prevalentemente come box e garage, i militari della guardia di finanza si sono concentrati su alcune strade: Corso Vittorio Emanuele, Corso Amedeo di Savoia, via Francesco Saverio Correra, Largo Sermoneta, via Chiatamone, Vico Centogradi ai Cristallini, via San Gennaro dei Poveri, Vico Tronari, via Posillipo e all'angolo del Rione Carelli, via San Gennaro dei Poveri, via Tasso, Salita Cinesi-via Vecchia Capodimonte, discesa Fontanelle a Rione Materdei, vico Vasto a Chiaia al parco Margherita, Gradini di Sant'Antonio ai Monti, discesa Coroglio e rotonda di Capo di Posillipo.
Per decenni, insomma, i canoni di locazione sono rimasti in gran parte invariati nel tempo. Ci sono dei casi in cui il Demanio non riconosceva la presenza delle cavità. Per alcuni garage, le fiamme gialle hanno addirittura scoperto che non si pagava nulla. L'inchiesta si concentra per il momento solo sulla gestione demaniale per gli anni dal 2008 fino ad oggi. Ma non sono esclusi ulteriori sviluppi. La situazione è ancora in fase di analisi.
Un danno da 30 milioni
Al momento, la Procura della Corte dei Conti ha stimato un danno di 29,9 milioni, per «la constatata mancata o sottostimata corresponsione dei canoni di locazione derivanti dall’occupazione di numerose cavità di proprietà statale ubicate nel sottosuolo della città». Cavità in alcuni casi «illecitamente occupate da fiorenti esercizi commerciali o da importanti associazioni culturali. Dai riscontri effettuati, numerose cavità sono risultate addirittura sconosciute agli Enti proprietari. In altri è stato accertato l’occupazione senza titolo e senza corrispettivo di alcune di esse. In altri ancora, pur essendo stato stipulato un contratto tra l’Ente pubblico gestore ed i soggetti giuridici occupanti, è stata accertata la corresponsione di una somma annuale irrisoria rispetto ai valori di mercato».
Le ex cavità sono state poi acquisite dal Comune di Napoli nel 2015 tramite il federalismo demaniale. La delibera 51 approvata dal consiglio comunale il 19 novembre 2015 prevedeva l'istituzione di una task force congiunta composta di tecnici del servizio Sottosuolo, che dovevano valutare l'uso possibile della cavità, e del Patrimonio, per la contrattualizzazione. Sulla vicenda degli ex rifugi anche il Comune di Napoli, nel 2017, ha avviato un'indagine interna sui canoni, a seguito delle segnalazioni fatte dalla commissione consiliare Infrastrutture, presieduta da Nino Simeone, e dal presidente del consiglio comunale Alessandro Fucito, già assessore al Patrimonio tra il 2013 e il 2016. Per quanto riguarda il garage Morelli. Il Comune ha acquisito l'intero compresorio dell'ex cavità Morelli solo a marzo 2016. Il parcheggio era già di proprietà comunale, mancava, invece, il Tunnel Borbonico, che collega via Morelli a via Gennaro Serra e che fa parte dell'ex deposito e garage comunale con accesso da via Morelli. Si tratta di una cavità che arriva fino a piazza del Plebiscito.