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Così inquinano il Vesuvio: opifici e officine gettano rifiuti tossici nel parco

Opifici industriali, autoofficine e centri ricambi: blitz dei carabinieri forestali che chiudono aziende accusate di inquinare con materiali di risulta e scarti di lavorazione il Parco nazionale del Vesuvio. Elevate contravvenzioni per 30mila euro.
A cura di Redazione Napoli
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All'inizio del mese di aprile, nel giorno della Pasquetta, suscitò molto scalpore la foto – scattata da volontari – di un'area del Parco nazionale del Vesuvio completamente invasa da cartacce, residui dei pic-nic dei turisti nel Lunedì dell'Angelo. Sappiamo per certo che quel comportamento è vergognoso ma non è il più grave: molti altri e ben più gravi rifiuti avvelenano l'area intorno al vulcano tra i più noti e visitati al mondo. Ventuno persone sono state denunciate dai carabinieri forestali nell'ambito di un'operazione a tutela dell'ambiente e contro lo smaltimento illecito dei rifiuti nel Parco nazionale del Vesuvio e nelle aree limitrofe. Sono stati sequestrati opifici tessili, autocarrozzerie e officine.

Le verifiche sono state effettuate dal Reparto di San Sebastiano al Vesuvio e dalle 4 Stazioni carabinieri Parco – Boscoreale, Ottaviano, San Sebastiano al Vesuvio e Torre del Greco – che operano nel territorio dei 13 comuni dell'area protetta. Hanno riguardato soprattutto attività e aziende ritenute a maggior rischio riguardo allo smaltimento illecito e all'inquinamento ambientale. Sono stati sequestrati quattro opifici tessili, tre autolavaggi, cinque officine meccaniche o di autocarrozzeria ed un impianto di recupero rifiuti, nonché un'area adibita a discarica e un deposito di rifiuti non autorizzati. Sono state elevate 12 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 30mila euro circa.

Negli opifici tessili sequestrati sono stati trovati rifiuti speciali consistenti in scarti di lavorazioni tessili, tenuti senza annotazione nei registri di carico e scarico. Gli autolavaggi operavano gestendo o smaltendo illegalmente i rifiuti speciali, anche pericolosi, derivanti dalle particolare attivita', violazioni riscontrate anche nei casi delle autofficine meccaniche e delle autocarrozzerie; queste ultime non rispettavano le prescrizioni per le emissioni.

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