34.632 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
Covid 19

Crisi Covid, Sorbillo annuncia: “Chiuderò 4 pizzerie, tra Napoli e Milano”

“Questa crisi è durissima, anche io quando si riparte dovrò chiudere almeno quattro locali, tra cui, credo, quello sul lungomare di Napoli”. A parlare è Gino Sorbillo uno dei pizzaioli napoletani più noti che la crisi delle attività di ristorazione all’ombra del Vesuvio. “Chiediamo alla Regione di poter riprendere almeno le consegne a domicilio”.
A cura di Cir. Pel.
34.632 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Dovrò chiudere almeno quattro locali: quello sul lungomare di Napoli, che ha costi d'affitto molto alti, Zia Esterina al Vomero, ma anche due punti vendita di Milano, credo Olio a Crudo e Zia Esterina. Per ora l'unica pizzeria che funziona regolarmente è quella di Tokyo, dove si serve anche la pizza al tavolo.". A parlare è Gino Sorbillo, il re della pizza napoletana, anch'egli alle prese con la crisi economica connessa al lockdown Coronavirus. Ovviamente i locali campani di Sorbillo così come quelli degli altri pizzaiuoli nostrani sono chiusi. In Campania infatti vige una ordinanza regionale più restrittiva di quella nazionale e non è possibile nemmeno cucinare il cibo d'asporto o a domicilio. "Per noi – dice l'imprenditore di via Tribunali – sarebbe importante in Campania cominciare a riaprire per le consegne, garantirebbe una sopravvivenza minima, con 30-40 pizze al giorno per molti locali". Il discorso sul rischio contagio connesso ai riders ? "Parliamo di cibo appena cotto e consegnato in tutta sicurezza – spiega Sorbillo – abbiamo ideato una confezionamento con pellicola alimentare che avvolge la scatola della pizza, che verrebbe confezionata appena uscita dal forno a 100 gradi, creando una camera d'aria bollente di sicurezza".

Per il più noto pizzaiuolo partenopeo questo sarebbe un primo passo che garantirebbe una minima sopravvivenza: "Parliamo di un trentina di pizze al giorno che nel week-end possono salire ad un massimo di 80-100 pizze. Numeri per i quali forse non varrebbe nemmeno la pena riaprire, tuttavia penso che sarebbero un primo passo. Meglio avere la macchina che cammina a filo di gas, piuttosto che tenerla spenta per tre mesi e ripartire da zero. Questa chiusura danneggia paurosamente tutti, le piccole pizzerie ma anche i pizzaioli che hanno molti locali e pagano affitti alti in alcuni casi".

34.632 CONDIVISIONI
32804 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views