Da Annalisa a Maikol: a Forcella la maledizione dei Giuliano continua a uccidere
È morto la notte di San Silvestro, Maikol Giuseppe Russo. Aveva 27 anni, è stato freddato da un proiettile in piazza Calenda, a Forcella a pochi passi da via Duomo. Appena è circolata la notizia di quello che è stato l’ultimo agguato di questo 2015 intriso da una ondata di sangue come non se ne vedevano da tempo, la facile e ipotetica ricostruzione che veniva alla mente era proprio quella dell’esecuzione camorristica. Forcella, terra contesa dai baby boss, dove le famiglie criminali non si contano (ogni palazzo’ nu’ guappe’, si dice a Napoli), non poteva che essere terreno dell’ultima uccisione di un pregiudicato. Solo che Maikol, 27 anni, barba scura e un aspetto imponente, di mestiere non fa il capoclan e non è nemmeno uno dei pesci piccoli della paranza dei ragazzini. Maikol, per sbarcare il lunario, vende calzini. Dopo 24ore si delinea, anche nelle ipotesi investigative, la traccia dell’errore fatale, Maikol, insomma, sarebbe una vittima innocente e due cominciano ad apparire le piste più attendibili: quella della “stesa”, ovvero della scorribanda con spari all’impazzata in alto ad altezza dei balconi e dei panni stesi ad asciugare, oppure l’errore di persona. Sembra, infatti, che il 27enne napoletano ricordi molto da vicino Raffaele Giuliano, rampollo della terza generazione della omonima famiglia di boss di Forcella , contrapposta ai Mazzarella in una faida per il controllo della zona.
Annalisa e Maikol uniti nel filo di morte dei Giuliano
È plausibile che Maikol sia stato ucciso dai sicari del clan Mazzarella rivale perché scambiato per il giovane erede dei Giuliano? Sembra questa la tesi più accreditata, anche se non si esclude che il 27enne possa essere finito vittima di una raffica di spari casuale durante i festeggiamenti per il nuovo anno. Un proiettile vagante, insomma, come quello che un anno fa si conficcava nel cranio di Giorgi Gorgadze, il cittadino georgiano colpito la notte tra il 24 e il 25 dicembre all'interno della sua abitazione nel centro storico di Napoli. Ne aveva 26 di anni Giorgi, era seduto sul divano di casa sua quando è stato colpito da una pallottola che lo ha stroncato dopo una lunga agonia. Un’altra vittima innocente sacrificata in quel labirinto di vicoli dove la 14enne Annalisa Durante è morta mentre chiacchierava con le amiche davanti a un portone, anche in quel caso, l’obiettivo non era la ragazzina, ma Salvatore Giuliano, detto ‘O’ montone’‘, oggi collaboratore di giustizia. Annalisa moriva nel 2004 al posto del boss, nipote del capostipite, Luigi, detto ‘O’ re’ di Forcella: 12 anni dopo, Maikol muore – se questa tesi troverà riscontri – in un agguato teso a Raffaele Giuliano, figlio di ‘O' Montone‘ . Di padre in figlio, la maledizione si tramanda, verrebbe da pensare. E mentre si attende che il tempo scriva la verità, quella giudiziaria, sulla morte di Maikol Giuseppe, l’unica verità inconfutabile è che il quel reticolo di strade nel cuore di Napoli, all’ombra dei palazzi e dei panni stesi, il piombo della camorra continua a freddare giovani vittime.