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Delitto di Giugliano, Riano resta in cella. È caccia ai complici

Emesso un provvedimento di custodia cautelare per Riano, che resta in carcere per l’omicidio dei coniugi Simeone. Ancora gravi gli indizi a carico del fioraio di Pianura, che secondo i giudici, avrebbe agito in concorso con terzi.
A cura di Angela Marino
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Dopo un lungo interrogatorio avvenuto sabato mattina, il gip Alessandro Buccino Grimaldi responsabile delle indagini per la morte dei coniugi Simeone, ha emesso una ordinanza di custodia cautelare per Antonio Riano, principale indiziato del delitto in cui ha perso la vita la coppia di Melito. Troppe sono ancora le falle della ricostruzione del giovane fioraio di Pianura, a partire da quella impronta insanguinata trovata dalla scientifica sullo sportello del taxi nel quale sono stati rinvenuti i corpi. Elementi che era venuto in contatto con i coniugi per acquistare il loro appartamento a Melito, la cui compravendita è ritenuta dagli inquirenti il movente del duplice omicidio, il principale indiziato dei fatti. Ma quella notte tra sabato 18 aprile e domenica 19, come dimostra la ricostruzione dei tecnici delle forze dell'ordine, il giovane non ha agito da solo bensì con l'aiuto di uno o più complici senza i quali trascinare i corpi fuori dall'auto per scaraventarli nella discarica di cava Riconta, dove sono stati trovati, sarebbe stato impossibile.

È caccia al complice dunque, o ai complici, mentre nel frattempo le telecamere di videosorveglianza poste sulla strada percorsa da Riano quella sera, raccontano una storia diversa da quella riferita dal giovane agli inquirenti. Secondo le immagini esaminate dalla polizia, la sera di sabato la Fiat Multipla Bianca in cui viaggiavano Luigi Simeone e Immacolata Assisi era seguita da una Renault dello stesso modello di quella di proprietà del padre di Riano. Incongruenze anche sul racconto dei movimenti del giovane a poche ore dal delitto. In particolare, Riano, dichiara di aver contattato Immacolata la sera di sabato e che questa gli avrebbe risposto per poi riattaccare immediatamente. Un dettaglio non confermato dagli accertamenti degli inquirenti secondo i quali la donna, all'ora indicata per la telefonata dal trentenne, era già morta. Resta al centro delle indagini, come movente del delitto, la transazione per la vendita di quell'appartamento di Melito che il Riano avrebbe acquistato dai coniugi, come dichiara, pagando quasi interamente in contanti la somma di 100mila euro.

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