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Opinioni

Ecco il piano dei renziani per candidare Gennaro Migliore alla Regione Campania

I fedelissimi del segretario hanno due settimane per stoppare le primarie tra De Luca e Cozzolino. Le alternative: un documento sottoscritto dal 60% della direzione o una telefonata di Renzi. Oppure una condanna per De Luca….
A cura di Carlo Tarallo
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Fermare la corsa di Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino, i favoriti delle primarie del Pd in Campania per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione. E lanciare la candidatura a Governatore di Gennaro Migliore, “pupillo” di Maria Elena Boschi. E’ questo l’obiettivo dei “renziani” campani. Un obiettivo che, però, non passa per la candidatura dello stesso Migliore alle primarie, ma che dovrebbe essere raggiunto attraverso una manovra di palazzo: riuscire entro pochi giorni (la consultazione, già rinviata due volte, è in programma il prossimo 1 febbraio) a far sottoscrivere al 60% della direzione regionale del partito un documento che blocchi le primarie.

O, in alternativa, aspettare che Matteo Renzi intervenga per bloccare la primarie e imporre un candidato diverso dai tre in campo (insieme al sindaco di Salerno e all’europarlamentare Cozzolino c’è anche la senatrice Angelica Saggese). Ma la telefonata di Renzi a De Luca e Cozzolino, se pure verrà mai fatta, non sortirà alcun effetto: entrambi hanno già affermato pubblicamente di non essere disposti a ritirarsi. E allora?

Servono firme per annullare le primarie e candidare Migliore – E allora ai “renziani” campani non resta che sperare nella capacità degli ex popolari, che hanno preso in mano la situazione, di aggregare intorno al documento “antiprimarie” il 60% del partito, unendo i loro numeri con quelli dei dalemiani di Area Riformista (spaccati al loro interno). Una soglia alta, altissima, sostanzialmente impossibile da raggiungere considerato che anche molti renziani non condividono la strategia messa in campo, in particolare, dal capogruppo Pd in Consiglio Regionale Lello Topo. Tanto per fare un esempio, il deputato Leonardo Impegno, che pure ha partecipato alla riunione dei renziani, ha messo in chiaro che a suo parere Gennaro Migliore, se pure scendesse in campo, dovrebbe comunque misurarsi alle primarie. Impegno non è il solo a pensare che l’annullamento delle primarie, con il conseguente braccio di ferro che causerebbe nel partito, con i sostenitori di Cozzolino e De Luca che farebbero fuoco e fiamme, finirebbe per favorire la riconferma del governatore di centrodestra Stefano Caldoro. Ma a fornire un assist alle perplessità dei renziani, che ribaltano il quadro mettendo in guardia dai rischi che primarie al veleno potrebbero procurare al Pd, è la situazione di estrema tensione che si è creata in Liguria, dove ieri si sono svolte le primarie per scegliere il candidato a governatore.

Dalla Liguria un assist agli “antiprimarie” campani – L’affermazione della renziana doc Raffaella Paita, infatti, ha scatenato proteste, accuse e minacce di esposti alla Procura da parte di Sergio Cofferati, sconfitto ma per nulla rassegnato al risultato. L’ex leader della Cgil ha parlato apertamente di “inquinamento” del voto, puntando il dito contro la partecipazione alle primarie di cinesi, marocchini e esponenti di Ncd. Una vera e propria bufera, quella scatenata da Cofferati, che rappresenta senza dubbio un elemento a favore di chi teme che in Campania possa ripetersi quanto accaduto nel 2011, quando le primarie per il candidato a sindaco di Napoli, tra Andrea Cozzolino e Umberto Ranieri, furono caratterizzate da polemiche molto simili a quelle esplose in queste ore in Liguria e poi annullate.

L’ultima spiaggia dei renziani? Una condanna per De Luca – Dunque, l’affare si complica: i renziani campani non hanno (ancora) i numeri per far saltare le primarie, ma neanche hanno la minima intenzione di schierare un loro candidato. E Renzi? Difficile che intervenga per stoppare le primarie: del resto, senza i gazebo, non sarebbe segretario nazionale del Partito Democratico. E allora, stringi stringi, gli “antiprimarie” campani hanno un solo vero asso nella manica: la magistratura. Nel giro di due settimane il sindaco di Salerno attende le prime sentenze relative ai procedimenti giudiziari che lo vedono coinvolto. Una condanna metterebbe De Luca fuori gioco, provocando l’annullamento delle primarie. I renziani del Pd, in sostanza, sperano nei giudici per “eliminare” un avversario politico. Tutto cambia, perché nulla cambi…

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