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Opinioni

Grimaldi: “Renziani terrorizzati dalle primarie in Campania”

Intervista a Michele Grimaldi, dimessosi dalla segreteria del Pd campano dopo le voci sull’accordo col Ncd: “Io non capisco quando e dove sia stato deciso questo tentativo di accordo col Nuovo Centrodestra. Quando e chi l’abbia votato, e in quale organismo dirigente”.
A cura di Carlo Tarallo
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Il fantastico mondo del Partito democratico della Campania: le elezioni regionali 2015 si avvicinano e mentre la direzione regionale in programma per domani per discutere delle alleanze viene rinviata, Lorenzo Guerini, braccio destro di Matteo Renzi, e incaricato di seguire la vicenda Campania, riceve il coordinatore regionale di Ncd Gioacchino Alfano e l’esponente centrista in assoluto più vicino a Stefano Caldoro, ovvero Raffaele Calabrò, proprio per discutere dell’ipotesi di alleanza. Tutto ciò mentre le primarie, che vedono già in campo Vincenzo De Luca, Andrea Cozzolino e Angelica Saggese, sembrano diventate il terrore dei “Renzi boys”, che stanno facendo di tutto per farle saltare. Capita così che, nel caos totale, un giovane, MIchele Grimaldi, dia un segnale di disaccordo con quanto sta accadendo e si dimetta dalla segreteria regionale in disaccordo con l’alleanza con Ncd.

Grimaldi: ma se governate a Roma con Alfano Angelino, perché non si può governare a Napoli con Gioacchino Alfano? 
“È una domanda legittima. Ma che qualche esponente del Pd campano – in mala fede – sta usando strumentalmente in queste ore per legittimare l’accordo con Ncd. La nostra architettura costituzionale prevede che il governo sia votato dal parlamento ed è legittimo, anche se non per forza condivisibile, che in assenza di una maggioranza uscita dalle urne si scelga di non tornare alle urne e si possano costruire patti di legislatura. La legge elettorale regionale, invece, è una legge puramente maggioritaria, non prevede nemmeno il ballottaggio: fare un patto di coalizione con Ncd significherebbe snaturare del tutto il Pd. E poi continuo a pensare che l’alternativa al centrodestra non possa essere una coalizione col Nuovo Centro Destra”

Ieri il segretario Matteo Renzi ha incontrato per l’ennesima volta Silvio Berlusconi e Denis Verdini, con i quali sta trattando legge elettorale e riforme, e lei ancora divide i potenziali alleati in “buoni e cattivi”? Ma su, c’era anche Guerini…
“Io non divido il mondo in buoni e cattivi. Provo a dividerlo in cose che credo giuste e cose che ritengo sbagliate. Renzi durante la campagna per le primarie aveva promesso che avrebbe “asfaltato Berlusconi”. Poi avrà cambiato idea ed oggi da Presidente del consiglio ritiene sia giusto discutere delle riforme con tutti. Mi sembra legittimo. Ma un conto è discutere delle regole, un conto è scriverci i programmi e governare assieme. Io comunque, con Berlusconi e Verdini, avrei difficoltà a prendermi pure il caffè, ma è una valutazione personale”.

Ancora un rinvio della direzione regionale: ma perché una parte del Pd, paradossalmente quella vicina proprio a Renzi, ha tanta paura dei gazebo?
“Ufficialmente le primarie sono state convocate. E fino a prova contraria si terranno il 14 dicembre. Credo che una parte del Pd abbia avuto la sensazione errata che per esercitare una funzione dirigente bastasse una benedizione dall’alto. Si sbagliava, ed in politica alla fine la legge dei numeri presenta sempre il conto”.

Ma il Pd queste elezioni regionali vuole vincerle o perderle?
“Sono molto preoccupato. Dovremmo aver già individuato il candidato, già scritto il programma, già lavorato alla costruzione delle liste. E soprattutto, cosa più importante, ascoltato, parlato e convinto i cittadini campani che sui temi, che toccano la vita e la carne viva delle persone, potremo essere una valida e concreta alternativa di governo. E invece siamo avvitati da mesi prima su di una discussione surreale su primarie sì / primarie no ed adesso su un altrettanto surreale discussione sull’alleanza con Ncd. Nel mentre, per inciso, Calabrò e De Girolamo continuano a dire che loro vogliono l’accordo con Caldoro. Mi pare la ripetizione del pre elezioni del 2013: mentre Bersani parlava dell’accordo con Monti, Grillo saliva al 25% e e Berlusconi recuperava consenso. Vorrei evitassimo di giungere allo stesso esito”.

Cosa cambia se non ci si allea con Ncd ma si riaccolgono nelle proprie liste esponenti centristi in fuga da Alfano?
“Io non sono né un estremista, né un minoritario. So benissimo che nella nostra regione, anche considerando il sistema elettorale, occorre costruire un’alleanza vasta, con i cittadini ma anche col ceto politico. Che non è una bestemmia, ogni tanto dovremmo anche chiamare le cose col loro nome se non vogliamo essere ipocriti. Io sono favorevole a liste di programma, che vedano la partecipazione del mondo moderato che è contro l’esperienza fallimentare di Caldoro. Ma di programma, appunto. E il programma lo scrive il Pd, non lo media con chi ha sostenuto Caldoro sino ad oggi. E questo vale per Ncd, per l’Udc e per tutto il resto di quella galassia: su vicende come il no al decreto 49 sulla sanità, il piano paesaggistico, il ciclo dei rifiuti, il porto di Napoli o le politiche per l’occupazione giovanile, non ci sono mediazioni che tengano. L’unica certezza è che si parte dal fallimento delle scelte dell’attuale giunta e dalle nostre proposte. Tra l’altro, aggiungo, Ncd governa con Forza Italia in decine di comuni della Campania: cosa facciamo, governiamo assieme la Regione e poi ce le suoniamo allegramente nei consigli comunali?”

L’opposizione a Caldoro da parte del Pd è stata morbida, per non dire morbidissima: non crede che nel suo partito c’è chi preferisce l’attuale governatore a Cozzolino o De Luca?
“Durante il congresso regionale, anche gli altri due candidati, Vaccaro e l’attuale segretaria Tartaglione, si erano pronunciati su un’eccessiva debolezza della nostra opposizione, anche se, devo ammettere, che ci sono state eccezioni, come quella del consigliere Marciano, ad esempio. Io non credo che qualcuno preferisca Caldoro ad un candidato del Pd: credo, e temo, che siano tutti troppo concentrati sulla propria elezione o su quella del proprio capo -corrente, e tutti completamente disattenti all’obiettivo generale, e cioè andare al governo della regione per cambiare le cose”.

Chi getta dalla torre tra l’europarlamentare e il sindaco di Salerno?
“Nessuno dei due. Perché in questa vicenda hanno il merito di averci messo la faccia e di star conducendo, con trasparenza e nettezza, una battaglia politica. Dalla torre butto chi voleva fare la rottamazione ma poi, citando uno noto gruppo, non rischia mai, nemmeno per sbaglio. Ed il risultato è quello che abbiamo dinanzi i nostri occhi”.

Tre nomi di piddini campani terrorizzati dalle primarie?
“Nicodemo, Picierno, Topo”

Tre nomi di piddini campani che a Roma dicono una cosa e in Campania un’altra?
“Tre nomi? Tre vagoni come quelli che trasportano buona parte del gruppo dirigente del PD campano negli esodi quotidiani verso Roma. In certi orari l’Alta Velocità sembra la Circumvesuviana”.

Eppure, la strada sembra segnata: l’accordo con Ncd si farà.
“Io non capisco quando e dove sia stato deciso questo tentativo di accordo con Ncd. Quando e chi l’abbia votato, e in quale organismo dirigente. Io rimango convinto che noi dobbiamo dire ai cittadini campani che con noi si cambierà completamente musica, spartito e anche suonatori. O c’è una legge non scritta in base alla quale, in qualsiasi fase storica, chiunque governi, Sommese deve fare l’assessore regionale”?

Anche sul versante sinistro del Partito Democratico si discute di alleanze…
“Il discorso delle alleanze vale ovviamente anche a sinistra, parte che ritengo più vicina a me da un punto di vista ideale. Per anni abbiamo discusso delle luci ed ombre della stagione di Bassolino, ed io non vorrei adesso ripetessimo l’epopea dell’Unione, con miriadi di soggetti diversi e frammentati che impediscono la governabilità. Ma è strano che debba dire io queste cose. Non era Renzi il fautore del partito a vocazione maggioritaria?”

Immagina di compiere scelte diverse se i democrat continueranno in questa direzione?
“Io ovviamente rimango nel Pd a dar battaglia. È il mio partito. E sento il dovere di difendere un’idea di comunità e di politica. In tanti in questi giorni, compresi membri della segreteria, in privato mi hanno dato ragione. Spero che nella prossima direzione lo dicano anche pubblicamente. Anzi, le dico di più: mi auguro che il segretario regionale Tartaglione dica pubblicamente che l’accordo con Ncd non è tra i suoi obiettivi. D’altronde durate la campagna per il congresso regionale lo aveva ribadito più e più volte. Ed io voglio fidarmi, come hanno fatto tanti che l’hanno votata, della sua parola”.

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