Emergenza Carderelli, paziente con emorragia aspetta 6 ore per essere visitato: “Un incubo”
Continua l'emergenza all'ospedale Cardarelli di Napoli. Il colosso della Sanità campana continua a fare notizia per la mancanza di medici e barelle che rendono la permanenza dei pazienti nel nosocomio un vero e proprio calvario. Oltre all'affollamento, l'attesa anche al pronto soccorso, dove ci sono i casi più gravi, può arrivare fino alle sei ore di tempo. E c'è addirittura chi è costretto ad aspettare tutta la notte per l'arrivo di uno specialista, in piedi o sulle sedie mancando altri tipi di supporto più adeguati. È quanto hanno raccontato le telecamere di Fanpage.it, che hanno testimoniato l'ultimo caso di una lunga serie di situazioni del genere, che potrebbero mettere a rischio la vita delle persone. In particolare, il familiare di un degente in difficoltà ci dice che "non si capisce perché non si ferma il sangue dal naso".
Il paziente è stato visitato in mattinata dall'otorino di turno e dovrà aspettare il giorno successivo per incontrare di nuovo il medico nell'orario di ambulatorio, mentre è costretto su una sedia accanto ad un bidone dove getta i fazzoletti sporchi di sangue. "In tutto il pronto soccorso non c'è un altro otorino", continua. E pensare che lo avevano trasferito qui dall'ospedale di Santa Maria Capua Vetere, perché "ci avevano detto che questo è l'unico posto in tutta la regione per incontrare uno specialista in otorinolaringoiatria". Insomma, una vera e propria odissea, non molto diversa rispetto a quelle che hanno dovuto affrontare altri cittadini in cerca di aiuto. Già lo scorso ottobre, infatti, l'Anaao Assomed, l'Associazione dei Medici Dirigenti – Sindacato della Sanità Pubblica, aveva denunciato una situazione, quella dei pazienti adagiati sulle barelle nei corridoi, che ricorre ormai ciclicamente al Cardarelli e che lo starebbe portando al collasso. Non solo. Lo scorso anno, sempre le telecamere di Fanpage.it, avevano raccontato un altro scandalo, quello scoppiato nei reparti di Rianimazione e Terapia Intensiva, dove il personale medico è stato costretto a sistemare alcuni pazienti nelle sale operatorie, interrompendo tutti gli interventi chirurgici previsti, perché i posti letto disponibili erano già tutti occupati.