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Emergenza rifiuti Campania, condannati dall’Europa per 5 anni di immobilismo

La Ue condanna l’Italia a pagare milioni su milioni e 120mila euro al giorno fino a quando non sarà predisposto un piano vero e concreto. A pagare saranno ancora una volta i cittadini della Campania. Ma i responsabili sono da ricercare nelle istituzioni, a cominciare dai cinque anni di governo regionale di Stefano Caldoro.
A cura di Antonio Musella
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Venti milioni di euro, a tanto ammonta la multa rimediata dall'Italia e decisa dalla Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo. A questi vanno aggiunti circa 120 mila euro per ogni giorno trascorso senza gli interventi necessari. Una stangata impressionante che colpisce il nostro paese e la Campania

Rifiuti e ecoballe in Campania, chi paga?

Se – facendo un'ipotesi – si impiegasse solo un anno per sistemare tutto, bisognerebbe pagare altri 43 milioni di euro. Cifre importanti, basta pensare che il governo per la bonifica della sola area vasta di Giugliano – grande 2.500 ettari – dal 2008 ad oggi ha stanziato all'incirca la stessa cifra. E' il caso forse di cominciare a capire gli esiti, le cause ed i responsabili di questo disastro. Il Ministro dell'ambiente Gianluca Galletti lo ha chiarito subito "pagherà la Regione Campania", pertanto pagheranno i cittadini della Campania. Bisogna dirlo subito senza tentennamenti: la sentenza della corte europea è legittima e sacrosanta. I giudici del Lussemburgo hanno sottolineato che non esiste alcuna soluzione alle ecoballe di Giugliano e non ci sono sufficienti impianti di trattamento dei rifiuti solidi urbani nella regione. Questioni arcinote da lungo tempo ma nonostante questo c'è voluta un'istituzione giuridica sovranazionale per imporre un cambio di rotta in un territorio dove il governo nazionale ed i governi locali hanno contribuito negli ultimi anni ad una stagione di totale immobilismo. In una prima sentenza del 4 marzo del 2010 la Regione Campania aveva ricevuto delle prescrizioni precise su tale materia da parte dell'Unione Europea. Ma nessuna istituzione ha provveduto a porre rimedio. La sentenza di oggi dunque era ampiamente prevedibile. Durante questi 5 lunghi anni né il governo regionale guidato da Stefano Caldoro né i vari governi nazionali che si sono succeduti (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi) sono intervenuti su questa situazione.

Le responsabilità di Stefano Caldoro

L'ex assessore all'ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano, era un habituè delle istituzioni europee. Il piano rifiuti della Regione Campania è stato presentato ufficialmente a gennaio del 2012, seguendo quelle che erano le prescrizioni dell'Europa, ma è rimasto sostanzialmente sulla carta. Romano è stato a Bruxelles decine di volte per illustrare il piano e rassicurare la Commissione Europea sull'immediatezza degli interventi. Un piano molto discutibile in verità che individuava per l'ecoballe la soluzione attraverso la costruzione di un nuovo inceneritore nel territorio di Giugliano, dove sono accantonate 6 milioni di ecoballe nel deposito di Taverna del Re. Scelte che hanno visto da subito l'opposizione di cittadini e comitati sempre più convinti che quella degli inceneritori sia una scelta non solo strutturalmente sbagliata ma addirittura disastrosa per la soluzione del problema ecoballe. All'interno delle balle prodotte anni fa dalla Fibe del gruppo Impregilo e erroneamente considerate combustibile da rifiuti, prima che la magistratura ne ordinasse il sequestro ed il blocco, non si sa esattamente cosa ci sia. Pertanto si rischia di bruciare rifiuti di ogni tipo, da sacchetti di immondizia dei rifiuti urbani ai rifiuti speciali e tossici. Oltre all'inceneritore l'amministrazione Caldoro aveva previsto sulla carta anche la costruzione di nuove discariche, alcune a ridosso della città di Napoli. Tema che fu motivo di lungo scontro con il sindaco partenopeo Luigi de Magistris intenzionato a non avere più discariche in città. Ma nemmeno le discariche, tra l'altro già messe al bando dall'Europa, hanno mai visto la luce. Caldoro in cinque anni non ha fatto nessuna scelta strutturale sui rifiuti e non è riuscito nemmeno ad applicare il piano che la sua giunta aveva varato. Il governo nazionale da parte sua non può certo cadere dal pero.

Il ministro Galletti come l'ex governatore

Il Ministro Galletti sostiene che "la vicenda della Campania è incredibile" ma la sua soluzione del problema delle ecoballe è esattamente quella proposta da Stefano Caldoro: un bell'inceneritore per far scomparire tutto. Insomma da un lato il governo se ne lava le mani stabilendo che sarà la Regione Campania a pagare, dall'altro propone le stesse soluzioni di chi per cinque anni è stato tra i principali responsabili della sanzione europea, Ma non solo, Galletti ha fatto sapere che "abbiamo Regioni che competono a livello europeo e altre che non riescono invece a risolvere questa tipologia di problema". La Campania dunque sarebbe la pecora nera. Il Ministro dimentica l'altra procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, quella per le discariche mai bonificate, oltre 200 in tutta Italia, di cui 48 in Campania ma anche: 28 in Abruzzo, 43 in Basilicata, 21 nel Lazio, 6 in Liguria, 12 in Puglia, 4 in Lombardia, 9 in Veneto. Insomma la questione della cattiva gestione dei rifiuti è un problema che attraversa il nostro paese da Nord a Sud. Oggi l'Europa – questa volta giustamente – ci chiede il conto. A pagare ancora una volta saranno i cittadini. E' ora di cominciare a fare un pò di nomi e cognomi dei responsabili.

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