Ergastolo per Salvatore Tamburrino, uccise la moglie Norina a colpi di pistola
Per Salvatore Tamburrino, l'uomo che ha assassinato a colpi di pistola la moglie Norina Matuozzo, il 2 marzo 2019, il giudice ha confermato il massimo della pena: ergastolo. È l'ultimo aggiornamento nella vicenda processuale del femminicida di Secondigliano, l'uomo che ha ucciso con tre proiettili la madre dei suoi figli nella casa dei genitori di lei a Melito perché la donna aveva deciso di mettere fine al matrimonio.
Nessuno sconto di pena, dunque, nonostante lo status di collaboratore di giustizia acquisito dall'imputato per il suo pentimento. Dopo il delitto, infatti, Tamburrino che nel quartiere era noto come fedelissimo del clan Di Lauro, si costituì fornendo informazioni preziose per rintracciare e arrestare il figlio latitante dell'ex boss di Secondigliano, Paolo di Lauro. Marco Di Lauro, ‘F4', era nella lista dei ricercati più pericolosi del mondo ed è stato arrestato dopo la soffiata del femminicida, nondimeno, la corte che ha giudicato Tamburrino, non solo non gli ha concesso le attenuanti chieste dalla difesa, ma ha anche riconosciuto la premeditazione del reato, che gli è valsa in carcere a vita per omicidio volontario.
"Giustizia è fatta", ha gridato su FB la cugina della vittima, Marika Matuozzo, che in questi mesi ha tenuto vivo il ricordo della giovane mamma uccisa con fiaccolate e iniziative commemorative. I fatti sono avvenuti nella casa dei genitori di Norina a Melito, in provincia di Napoli, dove la mamma 33enne si era rifugiata dopo aver messo fine al matrimonio con il Tamburrino. Con il pretesto di chiarirsi, l'uomo è riuscito a incontrarla in casa dei suoi e le ha chiesto di andare a parlare in camera da letto. Appena i due sono spariti dietro la porta chiusa i genitori di Norina hanno sentito tre spari provenire dalla stanza per poi veder fuggire davanti ai loro occhi l'ex genero. È stato Tamburrino a consegnarsi dopo il delitto, ponendo come presupposto del dialogo con la Procura la sua volontà di collaborare. L'accordo stipulato da Tamburrino, che oggi è recluso in carcere, con la giustizia, ha costretto i figli di Norina a trasferirsi con i nonni, in una località protetta, lontano dalle abitudini e dagli affetti.