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Esplosione Adler Ottaviano, l’Arpac: c’era diossina nella nube nera

C’era diossina nella colonna di fumo nero che si è alzata in aria per chilometri martedì scorso, dopo l’esplosione alla fabbrica Adler Plastic di Ottaviano. Lo rivelano i primi dati dell’Arpac diffusi oggi. La nube però si è dispersa in poco tempo grazie al forte vento di quella giornata. Le analisi sull’inquinamento dell’aria condotte questa mattina dall’Arpac, infatti, hanno mostrato come i valori di tutti i parametri (tra cui benzene e PM10) sono rientrati pienamente nella norma a partire dalla giornata di ieri.
A cura di Pierluigi Frattasi
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C'era diossina nella colonna di fumo nero che si è alzata in aria per chilometri martedì scorso, dopo l'esplosione alla fabbrica Adler Plastic di Ottaviano, che ha provocato la morte di un operaio 55enne e il ferimento di altri due lavoratori. Lo rivelano i primi dati dell'Arpac, l'Agenzia Regionale per l'Ambiente della Campania, diffusi oggi. La nube però si è dispersa in poco tempo grazie al forte vento di quella giornata. Le analisi sull'inquinamento dell'aria condotte questa mattina dall'Arpac, infatti, hanno mostrato come i valori di tutti i parametri (tra cui benzene e PM10) sono rientrati pienamente nella norma a partire dalla giornata di ieri.

L'Arpac: "nella nube nera c'era diossina"

Solo mercoledì, il sindaco di Ottaviano Luca Capasso aveva vietato con un'ordinanza precauzionale la raccolta e il consumo di ortaggi nel raggio di un chilometro dall'esplosione. La fabbrica Adler, infatti, è specializzata nella produzione di componenti chimiche di plastica e gomma e c'era il rischio che nell'aria potessero essersi diffusi degli agenti inquinanti. Dai primi risultati del campionamento, finalizzato alla ricerca di diossine disperse in atmosfera, effettuato da Arpac dalle ore 20 del 5 maggio fino alle ore 15 del 6 maggio con un campionatore collocato nei pressi del sito colpito dall’incendio, “gli esiti analitici restituiscono, per il parametro diossine e furani, un valore corrispondente a 0,910 pg/Nm3  I-TEQ (picogrammi per normal metro cubo in termini di tossicità equivalente). Per questi microinquinanti, la normativa vigente al momento non stabilisce valori limite o soglie di riferimento, in relazione alla qualità dell’aria”.

Ma “la concentrazione di diossine e furani riscontrata, espressa come pg/Nm3 I- TEQ della sommatoria PCDD/PCDF, risulta superiore ai valori presi come riferimento dall'Organizzazione mondiale della sanità: concentrazioni di tossicità equivalente dell’ordine di 0,1 pg/m3 I-TEQ, mediamente riscontrabili in ambiente urbano, sebbene soggette a grande variabilità, individuate dall’OMS Air Quality Guidelines – Second Edition 2000”. E dal Laenderausschuss fuer Immissionsschutz (organismo tecnico della Repubblica federale tedesca): valore per diossine e furani, pari a 0,15 pg/m3 I-TEQ”. Le attività di monitoraggio delle diossine proseguono e i risultati dei successivi campionamenti saranno diffusi non appena disponibili.

Inquinamento aria tornato a valori normali

Prosegue anche il monitoraggio di altri inquinanti atmosferici, svolto con un laboratorio mobile collocato nei pressi dello stabilimento colpito dall’incendio. I risultati relativi a un arco temporale che va dal 6 al 7 maggio sono stati diffusi dall’Agenzia ieri. Oggi sono disponibili i risultati del monitoraggio aggiornati alle ore 8.00 di stamattina, risultati che mostrano come i valori di tutti i parametri (tra cui benzene e PM10) sono rientrati pienamente nella norma a partire dalla giornata di ieri. Nei giorni scorsi l’Agenzia ha pubblicato anche un report sulle condizioni meteo rilevate nelle ore in cui l’incendio era in corso, condizioni che hanno limitato la diffusione degli inquinanti a bassa quota.

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