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Covid 19

Evacuato un call center a Marcianise per sospetto caso di Coronavirus

Evacuata l’intera struttura di Comdata in provincia di Caserta dove lavorano 800 operatori del call center per un sospetto caso di Covid 19. E’ la stessa struttura mostrata pochi giorni fa in un video di Fanpage.it in cui si mostravano i dipendenti troppo vicini e l’assenza di gel disinfettante. L’azienda aveva replicato dicendo di aver preso le misure opportune. Cgil all’attacco: “Non hanno voluto disporre lo smart working”
A cura di Antonio Musella
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Immagine di repertorio
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Lo avevamo denunciato appena pochi giorni fa con un servizio video su Fanpage.it, le condizioni di lavoro all'interno dei call center vanno in contrasto con tutte le regole e le prescrizioni in materia di contenimento della diffusione del Coronavirus. Avevamo mostrato le immagini all'interno del call center della Comdata a Marcianise, in provincia di Caserta, dove i lavoratori erano pericolosamente vicini l'uno all'altro e dove non c'erano controlli all'ingresso e anche i distributori di gel disinfettante erano vuoti. Stamattina quella situazione è esplosa, con un caso sospetto di Coronavirus tra i lavoratori del call center che ha costretto la direzione aziendale ad evacuare l'intera struttura.

Senza presidi sanitari e ammassati uno accanto all'altro

Le immagini che Fanpage.it vi aveva mostrato pochi giorni fa erano molto chiare e arrivavano direttamente dall'interno del call center di Comdata a Marcianise, dove l'azienda gestisce la commessa per conto dell'INPS. Da settimane i sindacati avevano chiesto condizioni di lavoro che limitassero i contagi. Dai nostri video le postazioni degli operatori erano troppo vicine per rispettare le distanze richieste dalle normative vigenti e, soprattutto, i distributori di gel disinfettante erano vuoti, come vi abbiamo mostrato inequivocabilmente. Una situazione esplosiva che purtroppo oggi è precipitata. Intorno alle 15 ai lavoratori è stato chiesto di evacuare la struttura, tra il personale infatti c'è un sospetto caso di Covid 19 e in attesa del tampone si è provveduto a mettere in sicurezza i lavoratori. Raggiunti al telefono da Fanpage.it, alcuni lavoratori hanno riferito di essersi rivolti immediatamente ai medici di base che hanno consigliato la quarantena in autotutela, in modo da non risultare vettori del contagio. L'intera struttura quindi è stata chiusa e le attività sospese. A denunciare la situazione la SLC Cgil che in una nota ricorda come: "da tempo si era chiesto alle aziende di estendere a tappeto lo smart working, in modo da impedire la diffusione del contagio sui luoghi di lavoro". "Sono giorni che abbiamo fatto presente che la natura stessa dei call center impedisce un controllo certo contro la propagazione del virus perché per la tipologia di struttura ( open space) e per il numero di assembramento delle persone è impossibile gestire eventuali situazioni di emergenza solo attraverso i dispositivi di protezione e la distanza minima tra un lavoratore e l'altro – scrive la Cgil – purtroppo Comdata ha sempre sottovalutato le legittime preoccupazioni dei Lavoratori e del sindacato".

La Comdata aveva detto di aver preso le misure corrette

Proprio il giorno dopo la pubblicazione del servizio video di Fanpage.it sulle condizioni di lavoro all'interno della Comdata di Marcianise, la stessa azienda aveva inviato una lunga lettera al giornale. Nella missiva l'azienda spiegava che il sito era "attivo in modo molto ridotto, per garantire la distanza tra le postazioni", circostanza dovuto però al fatto che numerosi, tra gli 800 lavoratori del sito, si sono messi in malattia proprio per la paura di essere contagiati. Non quindi una disposizione aziendale, ma un risultato di una serie di defezioni per malattia messe in atto dai lavoratori per autotutela. Comdata aveva garantito la disposizione a "scacchiera" dei dipendenti presenti nel sito per evitare i contagi e aveva replicato alle immagini del dispenser di gel disinfettante vuoto sostenendo che il sito aveva numerosi distributori di gel disinfettante forniti e funzionanti. Oggi però ci troviamo a fare i conti con un'emergenza che poteva probabilmente essere evitata. Saranno le analisi a darci conferma del contagio e soprattutto se il virus si sia diffuso pericolosamente tra il personale. Intanto resta la paura e lo spaesamento di 800 lavoratori che avevano ampiamente denunciato una situazione al limite.

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