Famiglia morta nella Solfatara, il piccolo Alessio ora è con i nonni. Polemiche sulla sicurezza
Ha perso in un solo colpo tutta la sua famiglia. Papà Massimiliano Carrer, 45 anni, mamma Tiziana Zaramella, 42, e il fratello Lorenzo sono morti letteralmente inghiottiti nei pressi di una fangaia del vulcano Solfatara a Pozzuoli, dove stavano trascorrendo alcuni giorni di vacanza prima di tornare a casa Meolo, in Veneto. Il piccolo Alessio è l'unico sopravvissuto della tragedia consumatasi ieri, martedì 12 settembre, nell'area in provincia di Napoli. In serata è stato affidato ai nonni paterni, che sono giunti il prima possibile sul luogo dell'incidente, accolti all'aeroporto di Capodichino dal sindaco del comune flegreo, Vincenzo Figliolia, che li ha accompagnati personalmente in un albergo cittadino dove hanno potuto riabbracciare il nipote.
Alessio ha atteso l'arrivo dei nonni con i responsabili dei servizi sociali del comune di Pozzuoli, dove intanto è stato proclamato anche il lutto cittadino, ed è stato assistito da due psicologi. Stando a quanto riferito da alcuni testimoni ai giornali locali, il bambino avrebbe chiesto della mamma più di una volta. I Carrer si tratterranno in città solo il tempo necessario per espletare le pratiche burocratiche e per il riconoscimento delle salme, trasferite da ieri pomeriggio al secondo Policlinico di Napoli per l'esame autoptico disposto dal magistrato che conduce le indagini, prima di tornare in Veneto. Tutta l’area, inoltre, è stata posta sotto sequestro, mentre la polizia in queste ore sta interrogando i responsabili della struttura e i testimoni presenti al momento della tragedia per fare chiarezza sull'esatta dinamica di quanto accaduto.
Polemiche sulla sicurezza, De Luca: "Più controlli sui privati"
Intanto, continuano le polemiche sulla sicurezza dell'area in cui è morta la famiglia Carrer. Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. "Attiveremo una commissione d'indagine anche andando al di là delle nostre competenze, ma cercando di mettere sotto i riflettori le realtà private, come quella della Solfatara, che sono aperte al pubblico", è stato il suo commento sulla vicenda a margine di una conferenza stampa. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, pare che Lorenzo, il bambino 11enne della coppia, abbia superato il nastro giallo che delimita la presenza di una zona pericolosa, svenendo a causa delle esalazioni. I genitori, a quel punto, si sono lanciati nella stessa area composta da sabbie mobili, venendo a loro volta trascinati dal terreno friabile e asfissiati dal gas. Ma non vi era nessuno della vigilanza ad avvertire del rischio o a controllare che fosse tutto sotto controllo. De Luca, inoltre, ha anche ribadito che "vorremmo assumere su di noi la responsabilità della vita di questo bambino che è rimasto senza mamma e senza papà. Ci ha colpito la tragedia di un bimbo che resta solo e cercheremo di dargli il sostegno necessario".