Sparatoria a Secondigliano, l’infermiere Giulio Murolo spara e uccide 4 persone
AGGIORNAMENTO ore 21.30: è stato un giovane operatore telefonico del 113 a convincere Giulio Murolo ad arrendersi alle forze dell'ordine. Murolo, dopo il lungo pomeriggio di follia, ha chiamato al 113: "Sono io quello che sta facendo il macello", le parole pronunciate all'operatore. Quest'ultimo è riuscito a tenere al telefono Murolo per circa 40 minuti: l'uomo ha minacciato anche di fare saltare alcune bombole di gas che aveva in casa. Dopo la lunga negoziazione l'uomo ha accettato di aprire la porta e si è consegnato ai poliziotti senza maglietta, per mostrare di essere disarmato. Ed è così che l'uomo si è consegnato agli agenti, pronunciando la frase: "Ho fatto una cazzata, mi arrendo".
Ore 20.30: Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris è andato alla camera mortuaria dell'ospedale Cardarelli a rendere omaggio all'ufficiale della polizia municipale di Napoli ucciso nella sparatoria a Secondigliano. Il sindaco ha espresso cordoglio e vicinanza alla moglie e ai figli del tenente, in una sala riempita dai familiari e dai colleghi di Bruner. De Magistris si è recato poi all'ospedale San Giovanni Bosco dove si trovano le persone rimaste ferite.
Ore 18: Il Comune di Napoli ha dichiarato il lutto cittadino. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha telefonato al sindaco Luigi de Magistris per esprimere solidarietà e annullare gli appuntamenti previsti domani a Napoli per l'inaugurazione della metropolitana. Stessa iniziativa da parte delle formazioni politiche impegnate nelle elezioni regionali in Campania che hanno annunciato di voler sospendere ogni iniziativa in campagna elettorale durante questi giorni di lutto.
Sparatoria a Secondigliano, i nomi delle vittime e dei feriti
"Aveva un fucile a pallettoni e sembrava un cecchino, un tiratore esperto": Pasquale Piscino è uno dei sopravvissuti alla sparatoria avvenuta nel primo pomeriggio nel quartiere Secondigliano di Napoli, conosceva la famiglia di Murolo, l'omicida. "Lui era una persona tranquilla – dice – sempre sulle sue, credo sia stato un raptus". A pochi metri da lui c'era "il vigile che stava smistando il traffico ed è stato colpito pochi secondi dopo". Un altro ferito, di striscio, è Michele Varriale, colpito sulla fronte, che spiega: "Sparava a ripetizione". Le vittime sono Luigi Murolo, fratello del killer e la moglie di questi, Concetta Uliano (in Murolo); il tenente della polizia municipale Francesco Bruner, e un fioraio, Luigi Cantone, 56 anni. I poliziotti feriti sono Cristoforo Cozzolino e Umberto De Falco. L'ultimo è attualmente in servizio all'Ufficio di prevenzione generale. Il ferito più grave è un agente della Municipale, Vincenzo Cinque.
Il fratello gli ha urlato: "Che stai facendo?"
Secondo una testimone oculare, Maria Martucci, titolare di un negozio di fronte alla casa dove è avvenuta la tragedia, il fratello di Giulio Murolo, resosi conto di quello che stava avvenendo, gli ha gridato dalla strada di fermarsi, urlando: "Che stai facendo?". In risposta il fratello gli ha sparato, uccidendolo. È una delle tante sequenze agghiaccianti della strage di venerdì pomeriggio. Per cercare di fermare il killer è intervenuto anche il capitano della municipale Francesco Bruner, suo vicino di casa: anche lui è stato però colpito a morte.
L'identikit dell'assassino, infermiere al Cardarelli
L'omicida, è stato identificato in Giulio Murolo, 48 anni, napoletano, infermiere al Cardarelli, nel reparto di Chirurgia, unico hobby, le armi, si è arreso dopo un'ora nelle mani della polizia. Quando è uscito dall'appartamento ha rischiato il linciaggio da parte dei passanti che a loro volta hanno rischiato la vita a causa della sparatoria. Il vigile urbano ucciso si chiama Francesco Bruner ed è un tenente della Municipale. Era libero dal servizio e ha tentato di salvare il salvabile. Ma anche lui è stato vittima della furia omicida di Murolo. L'altra vittima è un passante che transitava a bordo di uno scooter, colpito a morte.
Blindato dei carabinieri protegge la folla
Per proteggere le persone rimaste ferite in strada dai colpi sparati da Giulio Murolo è intervenuto anche un blindato del Reggimento Campania dei Carabinieri, che si è frapposto tra l'assassino barricato nell'abitazione e le persone già colpite dai suoi proiettili. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo – celibe – avrebbe sparato prima alla cognata e poi al fratello. Uditi i colpi è poi intervenuto il capitano della polizia locale, vicino di casa dei Murolo, al quale Giulio ha sparato, uccidendolo. L'uomo potrebbe avere usato più di un'arma: nella sua abitazione è stato trovato un vero e proprio arsenale.
Strage di Secondigliano: l'omicida si chiama Giulio Murolo
Folle sparatoria con morti e feriti nel quartiere Secondigliano, periferia Nord di Napoli. Un uomo ha aperto il fuoco in pieno giorno, con un fucile, in una zona trafficata, causando la morte di quattro persone e il ferimento di altre sei. Non si conoscono ancora con precisione i motivi del gesto, si ipotizza una furiosa lite per futili motivi – addirittura si parla di un litigio per un filo del bucato steso ad asciugare – lite degenerata in un ancor più folle gesto (qualcuno invece parla di frequenti litigi a causa dell'eredità di uno stabile). I morti sono la cognata dell'uomo e suo marito – fratello dell'omicida – un vicino, tenente della Polizia Municipale di Napoli. La zona scenario della vicenda è il palazzo al civico 41 di Via detta Napoli a Capodimonte, nella zona del cosiddetto Quadrivio di Secondigliano, che collega il quartiere popolare con l'area di Scampia, con la strada che porta ad Arzano e a sinistra con quella che porta a Miano. L'uomo avrebbe sparato usando uno dei suoi fucili, un calibro 12. Il fatto è avvenuto su un pianerottolo dello stabile.
Sparatoria a Secondigliano in via Detta Napoli a Capodimonte
Due feriti sono esponenti delle forze dell'ordine, un carabiniere e un vigile urbano. Una vasta area in questo momento è transennata dalle forze dell'ordine, mentre Scampìa e Secondigliano sono sorvolati da elicotteri della polizia. La situazione è ancora più difficile per i soccorritori poiché l'uomo, chiuso in casa e assediato dalla polizia, preso da un raptus, ha aperto la canna del gas metano minacciando di farsi esplodere.