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Fortuna Loffredo: news sull'omicidio di Caivano

Fortuna Loffredo, speranza negata alle bimbe che accusarono Caputo: la famiglia si oppone all’adozione

Le tre bambine – le cui confessioni sugli abusi subiti da loro e da Fortuna Loffredo, uccisa al Parco Verde di Caivano nel 2014, sono state determinati per la condanna del loro aguzzino e dell’omicida, Raimondo Caputo, convivente della loro madre – possono essere date in adozione, così da essere allontanate da quel luogo di dolore. La famiglia, però, si è opposta a questo provvedimento: la nonna e la zia delle tre piccole hanno infatti richiesto entrambe l’affidamento.
A cura di Valerio Papadia
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Non sembrano trovare pace le tre bambine che, con le loro dichiarazioni, hanno giocato un ruolo determinante nella condanna di Raimondo Caputo, detto Titò – condannato all'ergastolo – nell'omicidio di Fortuna Loffredo, la bimba di 6 anni violentata e poi scaraventata giù dal tetto di un palazzo del Parco Verde di Caivano, nella provincia di Napoli, il 24 giugno del 2014. Le tre piccole, vittime anche loro delle violenze sessuali di Titò, il compagno della loro madre, Marianna Fabozzi, condannata a 10 anni per aver coperto gli abusi, secondo il Tribunale di Napoli, in primo grado, possono essere date in adozione. Oggi le bambine – la più piccola delle quali aveva circa tre anni all'atto delle violenze – sono comparse davanti alla Corte d'Appello di Napoli, dove sono state al centro di una lite per la loro adozione: sia la nonna che la zia, infatti, hanno richiesto il loro affidamento.

Sia Michela Fabozzi, la zia, che Angela Angelino, la nonna, che la stessa Marianna Fabozzi, con un ricorso presentato congiuntamente lo scorso 23 settembre si sono opposte alla sentenza di adottabilità pronunciata dal Tribunale, lamentando "l'ingiustizia della decisione del Tribunale per avere leso il diritto delle minori a mantenere il rapporto con la zia materna, con la madre e con la nonna", dimentiche del male che hanno arrecato, a vario titolo con i loro comportamenti, alle bambine. Sia la zia che la nonna, su richiesta di Marianna Fabozzi, hanno richiesto l'affidamento con la previsione di prescrizioni nell'interesse delle minori, quali, ad esempio, non consentire incontri tra le bambine e la madre. Eppure, l'allontanamento dal Parco Verde, simbolo di orrore per le piccole, sarebbe l'unica speranza di potergli restituire la speranza in un futuro migliore rispetto al passato e al presente in cui sono state costrette a vivere.

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