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Galleria Vittoria, ecco il progetto di restyling: rifatte facciate e giardini. Incubo traffico per 13 mesi

Saranno rimesse a nuovo le facciate di via Acton e via Arcoleo, che aspettano dal 2015 il restauro. Ci saranno due cantieri: uno sotto Palazzo Reale, l’altro all’angolo di via Chiatamone. Il Comune farà una gara per appaltare i lavori da 2 milioni, che dovranno essere coordinati con quelli dell’elettrodotto su via Caracciolo e con la pedonalizzazione di via Partenope.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il rendering della facciata di via Arcoleo della Galleria della Vittoria
Il rendering della facciata di via Arcoleo della Galleria della Vittoria

Pronto il progetto esecutivo per il restyling della Galleria Vittoria. Costerà 2 milioni di euro e occorreranno 13 mesi per i lavori. A 5 anni dall'ingabbiatura delle due facciate di via Acton e via Arcoleo, dopo il crollo di alcuni calcinacci nel 2015, arriva finalmente il disegno definitivo per ridare lustro all'importante opera, realizzata negli anni '20 del ‘900, ma oggi caduta preda del degrado e dell'abbandono, con graffiti ed erbacce a deturparla.

Saranno totalmente rimesse a nuovo le due maestose facciate monumentali di via Acton e via Arcoleo, che collegano il tunnel di oltre 600 metri che attraversa il Monte Echia. Sarà rifatto, inoltre, il lungo prospetto in muratura che da via Acton arriva a via Cesario Console, con le scalinate in pietra lavica, le facciate esterne dei 12 locali ipogei (uno dei quali ospita l'ascensore Acton dell'Anm), le balaustre superiori e i cosiddetti Giardini della Litoranea, che si trovano a fianco a Palazzo Reale, dove saranno sistemate anche le pavimentazioni in basolato, oggi irregolari e sconnesse. Sotto la Galleria tornerà a passare il tram. L'intervento consentirà di rimuovere le erbacce, cancellare i graffiti, pulire e lucidare i marmi, reintegrare i balaustrini e i marmi mancanti, rifare intonaci e stucchi. La posticcia muratura piena in tufo che si trova sopra il lato destro del frontone di via Acton sarà sostituita con i balaustrini.

Oltre un anno di lavori, i fondi dal Patto per Napoli

La durata prevista dei lavori sarà di 13 mesi circa (395 giorni), salvo imprevisti. Una volta appaltati alla ditta esecutrice, gli interventi partiranno entro 45 giorni dalla firma del contratto. Costo dell'intera operazione: 2 milioni di euro, finanziati dal “Patto per la città di Napoli”, a valere sui fondi FSC 2014-2020, voluto dal Governo Renzi nel 2017. La previsione iniziale di 1,4 milioni, infatti, alla fine si è dimostrata insufficiente. Il costo è stato rivisto con un aumento del 43%: "Si è evidenziata – è scritto nel progetto esecutivo – la ridotta capienza economica prevista per un intervento rilevatosi più complesso rispetto alle attese. Infatti, il livello di progettazione superiore, ovvero la progettazione definitiva-esecutiva, unitamente ad i rilievi strumentali ed alle indagini e prove condotte dallo scrivente R.T.P. che hanno messo in luce problematiche per le quali necessitava una opportuna e tempestiva soluzione, hanno comportato un incremento dell’importo stimato per i lavori, in fase di fattibilità tecnica ed economica, pari a circa al 43%”. L'intervento sarà lungo e complesso e andrà coordinato anche con altre opere attualmente previste per il Lungomare di Napoli. Tra queste, la realizzazione del nuovo elettrodotto di Terna di Napoli Ovest, che passerà da Fuorigrotta a via Caracciolo per arrivare proprio alla cabina che si trova sotto la Galleria Vittoria. Nonché la pedonalizzazione di via Partenope.

Incubo traffico per 13 mesi, ecco il piano della viabilità

Il cantiere di via Arcoleo sorgerà qui
Il cantiere di via Arcoleo sorgerà qui

I cantieri saranno due: il più grande sarà allestito in via Acton, sotto Palazzo Reale, in corrispondenza dell'Ascensore Acton. L'altro sarà in via Arcoleo, angolo via Chiatamone, dove si trovano i porticati e gli stalli per la sosta delle auto, di fronte all'ex sede del quotidiano Il Mattino. Qui sarà installato anche un montacarichi per i lavori sulla facciata e le terrazze superiori. Per allestire l'immenso cantiere, saranno rimossi gli attuali ponteggi di messa in sicurezza delle facciate. Per questa operazione occorreranno due settimane.

Dopodiché si partirà in contemporanea con i lavori su entrambi gli accessi della Galleria. La circolazione delle auto private non sarà interrotta – eccetto per alcuni giorni durante la fase di smontaggio delle attuali impalcature e dell'allestimento e disallestimento dei nuovi ponteggi sugli ingressi del tunnel. Ma non sono esclusi grossi disagi, sia a causa del restringimento a imbuto per le auto che ci sarà sul lato del Chiatamone, sia per il transito continuo dei mezzi pesanti da lavoro tra i due lati del cantiere, che passeranno appunto sotto la Galleria. Lungo il muro che protegge il terrapieno di via Cesario Console, dove si trovano i locali ipogei, saranno montati dei ponteggi con mantovane, per proteggere i passanti dalla caduta calcinacci.

Il progetto esecutivo realizzato in meno di un anno

Il Comune di Napoli da tempo stava pensando di rifare il look della Galleria Vittoria. Una esigenza divenuta ancora più impellente dopo il cedimento di alcuni pezzi di cornicione nel 2015. Il Comune aveva quindi fatto realizzare delle impalcature per la messa in sicurezza, in attesa dei lavori di ristrutturazione. La gara per la progettazione esecutiva è stata bandita il 23 aprile 2018 e appaltata il 20 settembre dello stesso anno alla Rpt con lo Studio Battista Associati, dell'architetto Giancarlo Battista, capogruppo mandataria. Il contratto è stato siglato lo scorso 14 febbraio, quindi è iniziata la redazione del progetto, ultimato il 31 dicembre, per il quale è stato fatto uno studio accurato, che si è concentrato, tra le altre cose, anche sull'identità storica, architettonica e geologica dell'opera e si è avvalso anche di tecnologia laser-scanning 3D. Un lavoro delicato, considerato che sulla Galleria Vittoria insiste un doppio vincolo Paesaggistico e Archeologico e che la struttura si trova in zona a rischio frana.

Il dossier: "Degrado colpa anche della mancata manutenzione"

La fotografia che emerge dallo studio tecnico è impietosa. Le cause principali del degrado della Galleria Vittoria sono tre. La prima è di matrice ambientale, legata “all’esposizione alla forte azione meccanico-corrosiva dovuta all’interazione del vento e dei sali marini, data la vicinanza al mare, e all’azione meccanica di acqua meteorica”. Le altre due sono invece addebitabili all'uomo: in via diretta, per “l'assenza di manutenzione ordinaria e atti di vandalismo”, in via indiretta “dovuta all’aggressiva esposizione al traffico veicolare urbano, che provoca l’emissione di gas, e particellato atmosferico di vario genere”. “La criticità più rilevante per la messa in sicurezza delle facciate – spiega lo studio – è rappresentata dalla balaustra dei giardini di via Cesario Console, dove si è verificata la perdita di efficacia degli incastri dei singoli balaustrini rispetto al sistema della balaustra”.

"Sui Giardini della Litoranea restauro sbagliato col G7 del 1994”

Nel mirino dei tecnici ci finiscono soprattutto i “Giardini della Litoranea”, la splendida passeggiata alberata verso il mare che da piazza del Plebiscito, in corrispondenza dello spigolo di Palazzo Reale, costeggia via Cesario Console scendendo verso via Nazario Sauro e via Acton. “Gli elementi costitutivi e di arredo, ovvero le balaustre in travertino con alternanza di parti aperte, con “colonnine” e parti piene in muratura rifinite con un intonaco a finto mattone, i lampioni in ferro/ghisa (restaurati di recente) e le aiuole sono rimasti pressocché immutati”.

Ma “la pavimentazione, invece, con i relativi sottoservizi, è stata oggetto di un intervento di completo rifacimento eseguito nel 1994 in occasione del G7 tenuto a Napoli. Il rifacimento della pavimentazione – spiega lo studio – ed evidentemente degli strati sottostanti, ha determinato una sensibile modifica delle originarie pendenze. In alcuni tratti è stato completamente occultato il basamento in travertino della balaustra”. Si tratta di uno scalino posto alla base dei balaustrini che in alcuni tratti è stato livellato con la pavimentazione. Così, senza più dislivello, l'acqua piovana si riversa direttamente sul muro intonacato di via Acton sottostante, dove ci sono i locali ipogei, deteriorandolo.

Le radici dei pini hanno alzato i marciapiedi

I marciapiedi di via C.Console alzati dalle radici dei pini
I marciapiedi di via C.Console alzati dalle radici dei pini

“Tali evidenze – prosegue lo studio – unitamente ad un precario stato di conservazione della balaustra, ha indotto negli ultimi anni il Comune a delimitare l’intera fascia di pavimentazione tra la balaustra e le aiole, inibendola alla percorrenza pedonale”. Non solo. “Ulteriori problemi che interessano l’intero marciapiede sono certamente ascrivibili alla presenza dell’apparato radicale dei pini che, come in altre circostanze si è verificato della città di Napoli (si veda Via Boccaccio ed il Parco Virgiliano), diramandosi in corrispondenza della superficie di proiezione della chioma, ha determinato il sollevamento delle lastre lapidee in pietra vulcanica che qualificano la pavimentazione”.

Caditoie otturate e infiltrazioni

Altri problemi che si riverberano soprattutto sui locali ipogei sottostanti, sono dovuti all'infiltrazione d'acqua. I motivi possono essere diversi. Ma i tecnici hanno rilevato, tra le altre cose, che “alcune griglie (caditoie) di raccolta delle acque, sia quelle posizionate tra le aiuole e la balaustra, sia quelle presenti in corrispondenza del cordolo che delimita la pavimentazione del marciapiede su via Cesario Console, risultano allo stato completamente otturate”. Senza trascurare l'impatto della modifica del corso della falda dell'“acqua delle mummarelle”, ovvero l’acqua del Chiatamone, avvenuta oltre un secolo fa con la colmata di Santa Lucia.

Quali sono i lavori sulle facciate della Galleria Vittoria?

Ecco l'area con le impalcature
Ecco l'area con le impalcature

Il progetto, quindi, si pone due obiettivi: primo mettere in sicurezza i due fronti della Galleria su via Acton e via Arcoleo, eliminando il pericolo determinato dalla caduta dei materiali a causa del pessimo stato di conservazione, attraverso le spicconature. Poi ci sarà la riqualificazione: operazioni di diserbamento e pulitura sia delle superfici lapide che delle superfici ad intonaco e stucco; restauro e rifacimento di intonaci tradizionali, e relative tinteggiature e finiture decorative (bugnati e finte cortine laterizie); restauro delle cornici a stucco, con protezione delle superfici orizzontali aggettanti, attraverso l’integrazione delle copertine di ardesia, laddove presenti, od opportuno trattamento protettivo; restauro delle cornici e dei rivestimenti in materiale lapideo; consolidamento di opere in cemento armato quali i succieli delle nicchie del fronte occidentale;· il rifacimento di massetti, impermeabilizzazioni e pavimentazioni per i terrazzini del fronte occidentale.

Sono inoltre previste le lavorazioni necessarie per la messa in sicurezza, pulitura ed integrazione della balaustra di coronamento del muro di contenimento di Via Cesario Console. Infine sono contemplate limitate lavorazioni stradali: la pulizia delle condotte di raccolta delle acque piovane e dei relativi pozzetti, la sistemazione delle cordolature dei marciapiedi e delle aiuole disconnesse; la sistemazione delle pavimentazioni in basoli dei marciapiedi, laddove presentano disconnessioni.

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