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Giovane morta per una garza dimenticata nell’addome: rinviata l’autopsia

Bisognerà aspettare ancora un giorno per conoscere tutta la verità sul decesso di Paola Savanelli, la 30enne di Caivano nel cui ventre era stata dimenticata una garza infetta dopo il parto cesareo con cui aveva dato alla luce il suo quarto figlio. Solo l’esame autoptico rivelerà quali e quanti errori sono stati compiuti.
A cura di Ida Artiaco
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 Loreto Mare

Continua a non trovare pace la famiglia di Paola Savanelli, la 30enne di Caivano morta alla fine del mese di luglio perché dopo il parto con cui in febbraio aveva dato alla luce il suo quarto figlio i medici del Loreto Mare le avevano lasciato una garza nell'addome. Solo l'autopsia potrà fare chiarezza su questo ennesimo episodio di Malasanità in Campania. Le analisi sul corpo della giovane mamma, però, sono state rinviate. "Il pubblico ministero – ha dichiarato l'avvocato Salvatore Di Mezza, il legale della famiglia Savanelli – mi ha comunicato che questo esame verrà effettuato non più lunedì prossimo, ma il giorno dopo e che il perito a cui conferirà l'incarico è il prof. Pasquale Giugliano, un anatomo patologo di chiara fama. Circostanza questa che ci rasserena e per quanto possibile date le tragiche circostanze, ci tranquillizza abbastanza".

L'esame autoptico dovrà rivelare quanti e quali errori sono stati compiuti negli ultimi cinque mesi, terminati in tragedia con la morte di Paola. Una lunga agonia cominciata proprio con la nascita del quarto figlio: i medici le avevano lasciato una garza nel ventre che aveva dato vita ad una grave infezione. Operata d'urgenza più volte, si è infine spenta nello stesso nosocomio dove aveva avuto inizio il suo incubo. In particolare, gli inquirenti, su sollecitazione del legale di parte civile, vogliono accertare anche se in quei quarantacinque giorni di degenza, iniziati il 2 marzo con l'intervento di rimozione della benda infetta, la donna sia stata curata in modo adeguato e se le terapie a cui è stata sottoposta erano corrispondenti al suo grave quadro clinico.

Il legale ha anche preannunciato che presenterà al pubblico ministero una serie di foto, nelle quali appaiono evidenti i segni di una infezione così grave da impedirne addirittura la cicatrizzazione dei tessuti tagliati del bisturi.Ancora non si sa invece se i sanitari componenti l'equipe chirurgica che effettuò quel taglio cesareo, nel corso del quale fu lasciata nell'addome della donna la garza in questione abbiamo nominato dei periti di parte.

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