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Guerra della mozzarella, Puglia batte Campania: “Marchio Dop anche per Gioia del Colle”

Dopo mesi di polemiche anche politiche, il Ministero dell’Agricoltura ha dato il via libera al riconoscimento della Denominazione di origine protetta per la mozzarella prodotta nel territorio compreso tra Gioia del Colle e Altamura. Si attende ora solo il via libera definitivo di Bruxelles: “Mortificata la nostra regione”. Il consorzio annuncia il ricorso al Tar.
A cura di Ida Artiaco
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Nonostante le polemiche e la mobilitazione di istituzioni e personaggi politici di spicco, la Campania dovrà mettersi l'anima in pace: anche la Puglia potrà avere la sua mozzarella Dop. La battaglia, che dalla tavola era passata nei mesi scorsi in un batter d'occhio direttamente sulle scrivanie del Ministero dell'Agricoltura, ha così il suo vincitore. Roma ha, infatti, dato il via libera al riconoscimento del prodotto realizzato a Gioia del Colle, nonostante la strenua opposizione del Consorzio della Mozzarella di bufala campana. Ora si attende il parere favorevole e definitivo di Bruxelles, ma si tratta solo di una formalità.

A darne notizia, con tanto di polemica politica, è stato il deputato campano di Forza Italia, Paolo Russo: "Con l’annuncio della pubblicazione del disciplinare sul sito internet e dell’invio della richiesta alla Commissione europea, il ministero dell’Agricoltura dà il via libera al marchio Dop per la Mozzarella di Gioia del Colle: ecco il regalo di Natale che il Pd, con il ministro Martina ed il governo italiano, hanno fatto agli allevatori della Campania e ai consumatori di tutto il mondo. La Mozzarella di bufala campana Dop sarà uguale a quella di Gioia del Colle. Il colpo di coda di una classe politica che ha sempre mortificato la nostra regione. Ora il campo di battaglia diventa l’Europa, toccherà in quella sede far valere le nostre ragioni". Insomma, chi pensa che si tratti di un questione solamente alimentare si sbaglia di grosso.

La diatriba era cominciata lo scorso mese di agosto, quando dalla Puglia è arrivata la richiesta di riconoscimento della Dop, la denominazione di origine protetta, per la mozzarella realizzata nel territorio compreso tra Gioia del Colle e Altamura, e accolta a livello ministeriale con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Uno schiaffo che il mondo gastronomico partenopeo non avrebbe mai potuto sopportare. A differenza di quella famosa campana di latte di bufala, quest'ultima è prodotta con latte vaccino, o con quello di pecora, e conosciuta nelle due varianti, treccia e provolina. Una volontà, questa, considerata come un affronto da parte del Consorzio della Mozzarella di bufala campana, secondo il quale "i consumatori potrebbero andare in confusione se in commercio trovassero una nuova mozzarella Dop". Argomenti, questi, evidentemente considerati non rilevanti dal Ministero dell'Agricoltura, che ha invece premiato la Puglia.

"Non dubitavamo del fatto che il ministro si sarebbe attenuto al buon senso oltre ogni inutile e incomprensibile scontro di campanile per due prodotti della nostra filiera latte entrambi apprezzati in Italia e nel Mondo – è stato il commento dei deputati democratici Dario Ginefra e Colomba Mongiello -. Il provincialismo di chi vive di gelosie e di pretese egemoniche è il primo nemico di un Mezzogiorno capace di essere regione d’Europa. Tipico comportamento gretto di chi pensa con l’arroganza di poter fermare la competizione virtuosa tra le nostre regioni e tra i nostri prodotti di qualità". La guerra, tuttavia, è destinata a continuare. Il presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Domenico Raimondo, ha infatti annunciato di fare ricorso al Tar contro l’ok alla proposta arrivata dalla Puglia.

"La partita non è affatto chiusa – ha sottolineato Raimondo -, andremo fino in fondo e utilizzeremo ogni mezzo a disposizione per evitare quello che è a nostro avviso un clamoroso autogol dell’Italia, che né i mercati né i consumatori capirebbero. Il ricorso alla magistratura è il prossimo passo, ma anche a livello comunitario siamo pronti a far sentire la nostra voce, visto che l’ultima parola spetta proprio all’Unione Europea. Una parte delle nostre osservazioni è stata già accolta dal ministero, visto che nella nuova versione del disciplinare della Dop di Gioia del Colle si obbligano i produttori a scrivere in etichetta che il prodotto è ottenuto da latte vaccino. Questo deve essere chiaro e va inserito nel logo stesso della loro denominazione. Ovviamente non può bastare".

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