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I parcheggiatori abusivi dell’Università cacciati da Napoli dopo il blitz dei carabinieri

La banda dei parcheggiatori abusivi di via sedile di Porto cacciata via dalla Campania: il provvedimento di divieto di dimora scatta dopo un’inchiesta della procura di Napoli. Decisiva è stata la denuncia di una donna che si è ribellata allo strapotere del pagamento dell’obolo imposto dagli abusivi della sosta nel centro storico di Napoli e non solo.
A cura di Redazione Napoli
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Sono i parcheggiatori abusivi di via Sedile di Porto, quelli che spadroneggiavano con gli studenti e i docenti della Federico II la mattina e che la sera imponevano il pagamento a chi sostava nella zona dei bar del centro. Otto persone, tutte allontanatw dalla Campania dopo una indagine dei Carabinieri. Dovranno rispondere di associazione finalizzata alle estorsione. Ben 27 quella accertate.

Dopo indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli i carabinieri della Compagnia Napoli Centro hanno notificato la misura cautelare del divieto di dimora in Campania emessa dal GIP di Napoli. Tutto parte dalla denuncia di una donna che, giunta col proprio veicolo su via Sedile di Porto era stata avvicinata da uno degli indagati che con la minaccia di danneggiarle l’auto aveva tentato di farsi consegnare del denaro.

Telecamere per stanare gli abusivi

Le attività investigative sono state effettuate anche con l’installazione di un sistema di videosorveglianza su via Sedile di Porto. In sintesi è stata accertata l’esistenza di una vera e propria associazione che attraverso l’occupazione e l’interdizione con bidoni dell’immondizia, sedie e auto delle aree di sosta ANM garantiva agli indagati un controllo capillare di quella parte del centro città. Questi poi imponevano agli utenti della strada il pagamento di somme di denaro variabili a seconda della durata della sosta e degli eventi in corso nelle vie limitrofe.

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Gli indagati avevano organizzato la loro attività con veri e propri turni studiati per massimizzare i profitti. Gestivano il denaro singolarmente estorto alle vittime facendolo entrare in un’unica cassa e presidiavano in modo assiduo e continuativo via Sedile di Porto. Taluni sono risultati essere dediti abitualmente e da molti anni a delitti della stessa indole.
Identificati tutti i soggetti compartecipi all’associazione e ricondotti agli stessi 27 estorsioni grazie alle dichiarazioni delle vittime che, escusse a sommarie informazioni dai militari dell’Arma, hanno descritto le modalità vessatorie e intimidatorie con le quali operavano i parcheggiatori abusivi e il clima di assoggettamento che integra le fattispecie di reato contestate e accertate, riferendo, altresì, il sentimento di impotenza derivante dalle pretese estorsive e dalla gestione criminale del territorio.

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