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Il magazzino dei pacchi alimentari del Comune alla Mostra costa 50mila euro al mese

È costato circa 97mila euro per i mesi di aprile e maggio il deposito dei pacchi alimentari per i poveri del Comune di Napoli allestito al Padiglione 6 della Mostra d’Oltremare per l’emergenza Coronavirus. Soldi spesi per pagare magazzinieri, amministrativi, operai e furgoni Porter Piaggio della NapoliServizi. I costi: 4.500 euro al mese per un amministrativo; 3.200 per un magazziniere. NapoliServizi: gestione a costo zero per il Municipio, tariffari del 2015.
A cura di Pierluigi Frattasi
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È costato circa 97mila euro il deposito dei pacchi alimentari per i poveri del Comune di Napoli allestito al Padiglione 6 della Mostra d'Oltremare per l'emergenza Coronavirus. Soldi spesi per pagare magazzinieri, amministrativi, 8 operai con 4 furgoni Porter Piaggio della NapoliServizi, impiegati nelle operazioni per spostare e rendicontare casse e scatoloni con i viveri e pagare le utenze elettriche, circa 2mila euro queste ultime, per due mesi aprile e maggio, e attinti dalle riserve di Palazzo San Giacomo per il 2020. In pratica circa 50mila euro al mese. Il Comune ha deciso di impegnare una cifra importante, insomma, come prevede il decreto legge 18 del 17 marzo scorso, per far fronte all'emergenza e distribuire i pacchi ai bisognosi. La decisione di creare un centro logistico di smistamento pacchi è arrivata il 30 marzo scorso, quando il vicesindaco Enrico Panini ha chiesto alla Mostra d'Oltremare la disponibilità di locali in comodato gratuito per raccogliere i generi alimentari da distribuire ai poveri. "Giusto aiutare chi ha bisogno – commenta il consigliere comunale di Napoli Diego Venanzoni (Pd) – chiediamo però di verificare sempre tutte le voci di costo".

L'organizzazione del padiglione a cura della Protezioen Civile

L'organizzazione del padiglione di 3mila metri quadrati è stata coordinata dalla Protezione Civile del Comune, che ha preparato anche il contratto di comodato. Il Municipio ha previsto di tenere il deposito per circa 2 mesi, ma non sono escluse proroghe dopo maggio. Il Comune ha sostenuto anche i costi di presidio e di guardiania H24 con Polizia Locale e i custodi degli Impianti Sportivi, pulizia, sanificazione, controllo accessi, ingressi e presidio di viale Kennedy, con accesso separato al padiglione. Per l'illuminazione la spesa è stata stimata in 900 euro al mese, per 12 ore di luce al giorno.

I costi: 4.500 euro al mese per un amministrativo

Nello specifico, ecco come sono stati spesi i soldi per il magazzino dei pacchi per le famiglie bisognose, secondo il preventivo della NapoliServizi del 1 aprile scorso. Il grosso della spesa, 61.500 euro circa, è andato a coprire le attività di magazzinaggio e movimentazione delle merci per tutto il mese di aprile 2020. Con l'impiego di 2 magazzinieri e 2 amministrativi, 6 giorni a settimana, per 12 ore al giorno, dal lunedì al sabato, dalle 8 alle 20. Più 8 operai (inclusi 2 addetti alle pulizie) divisi in due turni, con 4 furgoni a cassone Piaggio Porter. Ogni magazziniere è costato circa 3.250 euro al mese più Iva, costi è bene precisare lordi e onnicomprensivi, non sono gli stipendi. Un amministrativo 4.500 euro al mese. I 6 operai 19mila euro al mese in totale (21 euro all'ora), mentre per i 2 addetti alle pulizie il costo era già incluso nel contratto di servizio NapoliServizi. Altri 1.800 euro al mese per i furgoni, comprensivi di carburante e sanificazione. A questo si aggiungono gli acquisti e la distribuzione dei Dpi per i dipendenti, i dispositivi di sicurezza come mascherine e grembiuli, disinfettanti, per oltre 2mila euro al mese.

La NapoliServizi: per il Comune gestione a costo zero

Per il Comune di Napoli, ad ogni modo, la gestione del magazzino alimentare è a costo zero, perché la NapoliServizi sta adoperando personale del servizio affissioni pubblicitarie, ex Elpis, per il quale Palazzo San Giacomo paga un canone annuale fisso. Quindi, in questo periodo, il Comune avrebbe dovuto pagare alla sua società partecipata lavoratori addetti al servizio di affissione attualmente sospeso. In questo modo, quindi, l'azienda e il Comune hanno ottimizzato i costi. Per quanto riguarda i costi del personale impiegato, infine, bisogna precisare che questi sono stati definiti sul tariffario 2015, come spiegano fonti della società. Le cifre suddette, inoltre, sono relative al costo aziendale, non allo stipendio del singolo dipendente che si aggira attorno ai 1.600 euro netti, al mese. L'alternativa per la NapoliServizi sarebbe stato mettere in cassa integrazione i dipendenti, mentre il Comune avrebbe continuato a pagare un servizio senza poterne usufruire.

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