195 CONDIVISIONI

Il pane della camorra: ecco come i Casalesi imponevano l’acquisto delle pagnotte ai negozi

Business del pane in mano al clan dei Casalesi, fioccano arresti e sequestri. In manette sono finite sei persone, mentre nove sono state sottoposte ai domiciliari. Sequestrati beni per un ammontare di 18 milioni di euro.
A cura di Redazione Napoli
195 CONDIVISIONI
Immagine

Era un vero e proprio monopolio quello che il clan dei Casalesi aveva sulla gestione e la distribuzione del pane in molti comuni del Casertano e non solo. Il clan camorristico imponeva ai commercianti delle zona l'acquisto del pane prodotto dall'azienda di Gianni Morico – proprietario anche di un bar a Santa Maria Capua Vetere – uomo legato alla fazione di Michele Zagaria. Dopo l'arresto del boss, l'attività era passata nelle mani del suo guardaspalle, Nicola Del Villano e soprattutto di suo cugino, Pasquale Fontana.

Il quadro completo è emerso in seguito a un blitz condotto dagli uomini della Guardia di Finanza a cui hanno partecipato anche gli agenti della Polizia Penitenziaria. L'operazione ha portato all'arresto di sei persone, mentre altre nove sono finite agli arresti domiciliari. I militari hanno anche sequestrato beni – attività commerciali, uffici – per un totale di 18 milioni di euro. Secondo quanto emerso dalle indagini, Morico, il titolare dell'azienda produttrice di pane, si avvaleva della collaborazione di Mario Maio, appartenente alla fazione vicina a Francesco Schiavone, il cosiddetto "Sandokan", per imporre il monopolio ai commercianti e per riscuotere il denaro. Fontana, il cugino del boss, dava indicazioni sugli investimenti finanziari da effettuare.

Sull'episodio si è pronunciata anche Legambiente. "L’inchiesta sul monopolio dei clan sulla distribuzione del pane è la conferma che le organizzazioni criminale ‘ce la danno a bere' – e ‘a mangiare' – grazie a infiltrazioni profonde e consolidate in vari comparti del settore agroalimentare. Sono tanti i prodotti alimentari che ‘puzzano' d’illegalità e di criminalità organizzata. Sono ben 30 i clan mafiosi censiti da Legambiente su tutto il territorio nazionale in questi anni con le ‘mani in pasta'.È tanto il cibo che il mostro si mangia e con quello soprattutto i nostri soldi. Infatti spesso i consumatori pagano un prezzo doppio: in termini di salute, ma anche di denaro, perché in molti casi è la criminalità organizzata a determinare il prezzo dei beni di prima necessità, sia a valle che a monte delle filiere" ha commentato in una note l'associazione a tutela dell'ambiente.

195 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views