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Impianto geotermico sui Campi Flegrei, la Regione dice no: “Troppo pericoloso”

La Regione Campania ha bocciato il progetto di realizzazione di un impianto geotermico sui Campi Flegrei, nell’area al confine tra Pozzuoli e il quartiere napoletano di Agnano. Considerata la pericolosità del supervulcano, la Regione ha valutato troppo rischiosa l’installazione dell’impianto.
A cura di Valerio Papadia
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Sono almeno due anni che, nell'area denominata Scarfoglio, a cavallo tra il Comune di Pozzuoli e il quartiere napoletano di Agnano, si parla della realizzazione di un impianto geotermico sul supervulcano dei Campi Flegrei. Il progetto, ancora una volta, è stato però bocciato, considerati i troppi rischi legati alla sua realizzazione in un'area così sensibile. Con un decreto pubblicato sul Bollettino Ufficiale e trasmetto alla Geoeletric srl – la società che l'aveva proposto – al Comune di Napoli, Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida, la Regione Campania ha reso nota l'impossibilità di realizzazione dell'impianto geotermico.

Palazzo Santa Lucia, nel decreto, prende atto della pericolosità della situazione: "La caldera dei Campi Flegrei, ove è localizzato il progetto, è uno dei supervulcani più pericolosi al mondo e senz’altro il più rischioso a causa delle caratteristiche socio economiche dell’area interessata, ovvero un’area fortemente antropizzata che interessa cinque comuni tra i quali Pozzuoli e Napoli; l’area dei Campi Flegrei, oltre a crateri, solfatare e campi fumarolici, ospita il monte più giovane d’Europa ovvero il Monte Nuovo, il cratere formatosi nell’eruzione del 1538. I Campi Flegrei, oltre che dall’elevato rischio vulcanico, sono connotati da un elevato rischio sismico determinato dal fenomeno ricorrente del bradisismo" si legge sul Burc.

La Regione Campania, quindi, boccia il progetto adducendo le seguenti motivazioni: "Il territorio dei Campi Flegrei è connotato da notevoli rischi ambientali ed antropici: rischio sismico con bradisismo ricorrente, rischio vulcanico, delicato equilibrio idrogeologico, presenza diffusa di edifici con caratteristiche non antisismiche e di scarso pregio strutturale anche in considerazione del fenomeno dell’abusivismo edilizio, immenso patrimonio archeologico e culturale estremamente vulnerabile".

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