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Una Napoli dipinta con l'ironia, il senso dell'umorismo e lo spirito di riflessione del "professor Bellavista". Questa volta non è la narrazione cinematografica a portare in scena il racconto, ma decine di istantanee in bianco e nero scattate dal regista e filosofo Luciano De Crescenzo in luoghi e angoli della città partenopea. Gli scatti sono stati raccolti dall'autore in un libro di immagini, edito nel 1979 e ormai quasi introvabile, dal titolo "La Napoli di Bellavista" (Mondadori) e riuniti in una imperdibile rassegna in mostra al "Nilo Musem Shop", a piazzetta Nilo, nel cuore di Spaccanapoli."
Le immagini immortalate dallo scrittore napoletano con la sua Nikon tra gli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta rappresentano una Napoli piena di contraddizioni che parla attraverso scritte, spesso canzonatorie, scarabocchiate sui manifesti o sulle statue – come nel caso del "futtatenne" impresso sulla scultura di San Gennaro, in riferimento alla volontà del Vaticano di cancellare la festività del santo – o attraverso ritratti eloquenti come quello dei becchini immortalati mentre trasportano una bara addentando un panino. Triste, amara e allo stesso tempo comica l'immagine di un uomo disteso, in impermeabile e borsalino, a mendicare sulle scale di un vicolo con accanto un cartello che specifica: "Ridotto in questo stato dal cognato". Un ‘originale galleria di immagini che descrivono meglio di qualsiasi racconto lo spirito della Napoli alla fine del Novecento.
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