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Incendio Sarno, uno dei giovani indagati: “Scherzo pensando agli straordinari dei pompieri”

Uno dei sedicenni indagati a Sarno per l’incendio di venerdì scorso racconta a “il Mattino” la genesi di quello che doveva essere uno scherzo e si è rivelato invece un disastro. “Abbiamo visto l’elicottero dei pompieri impegnati a Bracigliano, pensavamo che loro fanno gli straordinari”. Poi però l’incendio è finito fuori controllo: “Mi dispiace, ho chiesto scusa a tutti”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Le immagini dell'incendio a Sarno. [Foto / Fanpage.it]
Le immagini dell'incendio a Sarno. [Foto / Fanpage.it]

Ammette le proprie colpe, e chiede scusa alla città, il sedicenne di Sarno che è tra gli indagati a piede libero per l'incendio che ha devastato il Monte Saretto a Sarno la scorsa venerdì notte. In una lunga intervista rilasciata al quotidiano "Il Mattino", il giovane si mostra davanti alla telecamere, a volto coperto, mentre spiega la "genesi" di quello che, secondo le loro intenzioni, doveva essere uno "scherzo" e che invece ha generato un incendio di spaventose dimensioni, che ha distrutto almeno venti ettari di montagna e provocando un grave rischio idrogeologico in un'area che ha già in passato fatto i conti con la forza della Natura.

Il sedicenne spiega, e a tratti fa fatica, ma sembra quasi non rendersi conto di cosa abbiano fatto. Anzi, arrivando quasi a cercare di giustificare quello scherzo. "Abbiamo visto un elicottero che andava a spegnere un incendio a Bracigliano, e abbiamo iniziato a far arrabbiare un nostro amico, con l'accendino e le foglie", racconta, aggiungendo che poi guardavano l'elicottero pensando ai pompieri, che impegnati a Bracigliano "prendono lo straordinario". Una motivazione quasi senza senso, ma che rende bene l'idea della "bravata" che poi ha finito per degenerare di lì a poco.

"Ho visto un fuoco, ho provato con calci, pietre e terreno di averlo spento", racconta, "poi ci siamo allontanati. C'era tantissimo fuoco, siamo corsi via per la paura, nel giro di mezz'ora Sarno non si vedeva più. Ho pensato che avevamo fatto un guaio enorme, poi il giorno dopo sono venuti i carabinieri in casa, e in caserma ho detto la verità". Poi, il sedicenne prova a riscattarsi: "Voglio darmi al volontariato, non voglio fare più guai. La notte non dormo più, mi scuso con tutta la città. E se c'è qualcosa da fare, io sono pronto ad aiutare".

L'inchiesta della Magistratura, intanto, va avanti. Per capire le esatte dinamiche e responsabilità. E per vagliare le versioni dei giovani piromani, che ora potrebbero essere chiamati a rispondere di incendio boschivo e disastro ambientale: due reati per i quali c'è davvero poco da scherzare.

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