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Inchiesta rifiuti, lungo incontro tra Melillo e Cantone: “Collaborazione sugli appalti”

L’incontro tra il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, e il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, è durato più di un’ora. Al centro della discussione la vicenda legata agli appalti nel settore dello smaltimento dei rifiuti anche in relazione all’inchiesta “Bloody Money” di Fanpage.it. Siglata una collaborazione analoga a quella di Roma per quanto riguarda la vicenda Consip.
A cura di Ida Artiaco
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Lo scandalo legato agli affari nell'ambito del traffico dei rifiuti è stato al centro di un incontro, durato per più di un'ora, tra il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, e il presidente dell'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. I due si sono dati appuntamento per discutere delle misure da mettere in campo nel settore dello trattamento dei rifiuti, anche in relazione alla nuova indagine avviata proprio dalla magistratura partenopea in seguito all'inchiesta "Bloody Money" di Fanpage.it. L'Anac ha fatto sapere che, dopo aver svolto già a partire dallo scorso anno una attività di vigilanza sugli appalti della regione in materia di smaltimento delle cosiddette ecoballe, metterà a disposizione degli inquirenti il proprio bagaglio di conoscenze per regolamentare la situazione in Campania.

Sempre l'Autorità anticorruzione nel 2016 aveva trasmesso alla magistratura atti riguardanti la SMA, la società in house della Regione per la tutela dell'Ambiente coinvolta nell'indagine sui presunti casi di corruzioni in corso negli ultimi giorni. Ma c'è bisogno di un intervento più incisivo, così nell'incontro odierno si è pensato ad una collaborazione tra Anac e Procura analoga a quella di Roma per quanto riguarda la vicenda Consip. Lo stesso Cantone, pochi giorni fa, aveva commentato l'inchiesta di Fanpage.it sottolineando che "vive e prospera un sistema che io stesso ingenuamente ritenevo superato", e aggiungendo che, seppur sia stato firmato un protocollo per vigilare sulla corretta gestione delle ecoballe "non esiste nessun sistema che possa escludere atti corruttivi".

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