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Indagati per pestaggi sui detenuti, agenti pentenziari in rivolta al carcere di Santa Maria Capua Vetere

Alcuni agenti della Polizia Penitenziaria stanno protestando sul tetto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, dopo aver ricevuto avvisi di garanzia in merito all’indagine della Procura locale su presunte violenze sui detenuti avvenuti all’interno della casa circondariale nello scorso mese di aprile.
A cura di Valerio Papadia
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Scatta la protesta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta: questa volta a protestare non sono però i detenuti, bensì gli agenti della Polizia Penitenziaria. Alcuni di loro sono infatti saliti sul tetto della casa circondariale, dopo aver ricevuto avvisi di garanzia in merito all'indagine della locale Procura della Repubblica su presunte violenze perpetrate ai danni dei detenuti e avvenute all'interno del carcere sammaritano nello scorso mese di aprile. Gli agenti indagati per le presunte violenze sarebbero 44: tra i reati contestati, figurerebbe anche quello di tortura.

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La protesta degli agenti

La protesta degli agenti riguarda anche i metodi con i quali sono stati notificati gli avvisi di garanzia: i carabinieri hanno fermato le auto degli agenti interessati all'esterno del carcere per la notifica. "Perché questa eccessiva spettacolarizzazione?" si chiede Gaetano Napoleone, assistente capo della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. "Bastava andare a casa dei poliziotti, anche per una questione di rispetto tra Corpi dello Stato" conclude ancora l'agente penitenziario.

La rivolta e le presunte violenze

"Quel maledetto sei aprile noi cercammo solo si riportare la calma tra i detenuti. Ed ora ci ritroviamo indagati mentre nessun detenuto ha pagato nulla, neanche un danno; eppure abbiamo avuto danni per centinaia di migliaia di euro. Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo trattati male" aggiunte ancora Napoleone. Il 6 aprile scorso, circa 150 detenuti si sono impossessati delle chiavi di sei sezioni del carcere di Santa Maria Capua Vetere, costringendo gli agenti ad allontanarsi. Soltanto a notte inoltrata, la Polizia Penitenziaria riesce a ripristinare la calma. Nei giorni successivi, i garanti dei detenuti di Napoli e Campania, Pietro Ioia e Samuele Ciambriello, nonché l'associazione Antigone, denunciano presunte violenze subite dietro le sbarre dai detenuti, facendo partire così l'inchiesta della Procura.

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