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Ecco perché sulla spiaggia di Ischia c’erano migliaia di gamberetti morti

Il fenomeno dei gamberetti arenati sul litorale di Ischia, nella zona della spiaggia di San Montano, è sotto analisi. Per ora c’è una ipotesi piuttosto attendibile: si tratterebbe di krill mediterraneo, la ‘base’ della catena alimentare. Questi banchi di animaletti, spinti dalle correnti, si sarebbero diretti in parte sull’isola Verde. Resta l’avvertimento alla cittadinanza: “Non mangiateli”
A cura di Redazione Napoli
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Migliaia di gamberetti morti sull'isola di Ischia? C'è un motivo, o almeno si va verso la spiegazione scientifica del fenomeno, notato davanti la spiaggia di San Montano dell'isola Verde. Sembrerebbe si tratti del cosiddetto krill mediterraneo. Che cosa è il krill? Presto detto: è la base della catena alimentare pelagica, la cui concentrazione è massima da gennaio a luglio; specie di cui i canyon sottomarini sono ricchissimi. Ed è proprio in un canyon sottomarino che si evidenzia il fenomeno ischitano, come spiega , Antonino Miccio, Direttore dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” intervenendo sulla vicenda dei gamberetti: "Allo stato attuale non si hanno ancora notizie ufficiali sulle cause del fenomeno ma dai campioni prelevati per le analisi, a cura della Stazione zoologica Anton Dorhn – spiega -. Tuttavia nei fondali dell'area sono presenti particolari conformazioni geologiche che degradano in veri e propri canyon sottomarini in più punti. Proprio davanti la spiaggia di San Montano a circa 1-1,5 miglia si aprono le testate del complesso del canyon di Cuma, zona particolarmente frequentata da cetacei che qui trovano condizioni favorevoli di nutrimento".

Dunque cosa potrebbe essere accaduto?  Che questa specie, andando a migrazioni notturne, spesso, a causa di forti correnti, può in parte essere trasportata verso riva e finire arenata. "Ovviamente non mangiateli” ribadisce Miccio. Sulla stessa lunghezza d'onda è il ministro dell'Ambiente Sergio Costa: "Stiamo aspettando che il reparto ambientale mobile della Capitaneria di porto relazioni prima alla Procura della Repubblica e poi alla Prefettura competente e per conoscenza al ministro dell'Ambiente. Si stanno facendo le verifiche scientifiche. L'importante è aver detto ‘non li mangiate' perché è una dinamica nuova, mai accaduta prima".

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