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L’uomo che rubò la pistola al Centro Direzionale: “io nè islamico, nè cristiano”

In occasione dell’udienza, l’uomo ha spiegato di aver premuto più volte il grilletto, senza però fornirne le motivazioni.
A cura di Valerio Papadia
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Veduta del Centro Direzionale
Veduta del Centro Direzionale

Comparso davanti al giudice Pietro Carola nell'ambito dell'udienza di convalida del fermo, Gory Esefo è tornato a parlare dopo l'arresto. L'uomo, un nigeriano di 24 anni, nella mattinata di venerdì aveva brutalmente picchiato una guardia giurata all'interno del centro direzionale, rubandogli la pistola in dotazione. Esefo si era aggirato nella zona per alcuni minuti con l'arma in pugno, seminando il terrore tra i presenti, prima di essere fermato dai poliziotti del commissariato del Vasto nei pressi della chiesa di San Carlo Borromeo.

Anche durante l'udienza con il GIP, così come al momento dell'arresto, l'uomo non ha saputo fornire una spiegazione al folle gesto, che sarà possibile accertare solo con il prosieguo dell'inchiesta, scongiurando però che si sia trattato di un gesto legato al terrorismo di matrice islamica, dal momento che professa di non essere nè cristiano nè musulmano. Dopo aver ammesso parzialmente i reati contestatigli, ha proseguito fornendo dei particolari inquietanti sulle dinamiche. Esefo avrebbe premuto ripetutamente il grilletto, prima quando il vigilante a cui ha rubato l'arma gli si è inginocchiato davanti; poi all'arrivo degli stessi poliziotti che l'hanno fermato. Fortunatamente la pistola non aveva il colpo in canna ed era dotata di una sicura che Esefo non è stato in grado di disinnescare. Il 24enne ha anche ribadito di non trovarsi in Italia per ricevere lo status di rifugiato politico, ma esclusivamente per motivi familiari.

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