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La moglie di Danise, militare morto per l’uranio impoverito: “Non ho i soldi per vivere”

Stefania Sommella, vedova del maresciallo dell’Aeronautica Gianluca Danise morto per un cancro dovuto probabilmente all’uranio impoverito, lancia un appello disperato: “Non ho i soldi per vivere”. La donna, un figlio piccolo e un mutuo, attende ancora la pensione del marito, che a Nassiriya ricompose i corpi dei suoi colleghi vittime dell’attentato del novembre 2003.
A cura di Francesco Loiacono
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Ha perso il marito, il maresciallo dell'Aeronautica Gianluca Danise, a causa di un cancro dovuto probabilmente all'esposizione prolungata a proiettili all'uranio impoverito. E adesso Stefania Sommella, una figlia piccola e un mutuo da pagare, lancia un appello disperato: "Non ho i soldi per vivere". Le parole della donna, che lo scorso dicembre ha perso il marito 43enne dopo mesi di agonia, sono state riportate dal Corriere della sera. Per l'Osservatorio militare il sottufficiale Danise, originario di Napoli, è la 321esima vittima su 326 dell'uranio impoverito. Gianluca Danise aveva partecipato tra le altre alle missioni in Kosovo, Albania, Afghanistan e Iraq, dove gli era toccato il triste compito di ricomporre le salme dei suoi colleghi vittime dell'attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003. Un lavoro che aveva portato a termine con grande dedizione, lavorando a temperature di 40 gradi all'ombra pur di restituire i corpi alle famiglie dei militari.

Sulle morti per uranio impoverito al lavoro una commissione parlamentare

Per lo Stato non è ancora certo che la morte di Danise sia dovuta all'uranio impoverito: lo dovrà decidere una commissione parlamentare d'inchiesta, dalla quale Stefania Sommella, così come i famigliari delle altre vittime, attendono un "verdetto definitivo". Per sbloccare le pensioni di reversibilità e gli indennizzi di cui Stefania e gli altri parenti dei militari necessitano servono però tempi lunghi. Ed è proprio il tempo quello che Stefania non ha più. Per assistere il marito, che ha visto spegnersi lentamente, la donna ha smesso di lavorare. Adesso per far quadrare i conti è costretta a ricorrere all'aiuto dei genitori, entrambi pensionati: "Non posso più aspettare, ho bisogno di quei soldi per vivere", ha detto tra le lacrime Stefania, che a chi frequenta i "palazzi del potere" si rivolge con una domanda destinata probabilmente a restare senza risposta: "Sanno cosa significa stare accanto ad una persona nei momenti più acuti della malattia?".

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